3 aprile 2019 - 13:36

La class action è legge, il ministro della Giustizia: «Cittadini più forti»

Approvata dal Senato il disegno di legge con 206 sì, 44 astenuti e un unico voto contrario, quello del senatore azzurro Gaetano Quagliariello

di Fabrizio Caccia

La class action è legge, il ministro della Giustizia: «Cittadini più forti»
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Esulta su Facebook il ministro M5S della Giustizia, Alfonso Bonafede: «La class action in Italia è legge. Fino ad ora era limitatissima e aveva diversi paletti che l’avevano resa inutilizzabile. Noi l’abbiamo fatta diventare uno strumento generale. Era un altro punto del contratto di governo ed è stato realizzato in nove mesi. Finalmente la giustizia in Italia è al servizio dei cittadini onesti...». Il Senato ha approvato il ddl con 206 sì, 44 astenuti e un solo voto contrario, quello del senatore azzurro Gaetano Quagliariello. La legge, composta di sette articoli, trasferisce la disciplina dell’azione di classe dal codice di consumo al codice di procedura civile, al fine di potenziarne la portata e l’ambito di applicazione soggettivo e oggettivo. «I cittadini - spiega il ministro Bonafede - ogni volta che vengono lesi i loro diritti, possono unirsi e far valere i loro diritti tutti assieme. Questo dà la possibilità a tanti cittadini che da soli sarebbero deboli, di unirsi e diventare forti, magari nel caso in cui dall’alta parte c’è un soggetto economicamente molto forte. Un punto importante è che la norma non vale solo per il provato cittadino, ma anche per le imprese: con questa legge, diamo la possibilità anche agli imprenditori di unirsi se un loro diritto è stato leso».

Le critiche di Forza Italia

Ma i senatori di Forza Italia, che si sono astenuti a parte Quagliariello che ha votato no, contestano apertamente l’ottimismo del governo: «Questo testo, blindato dalla maggioranza, è chiaramente squilibrato a favore dei consumatori e foriero di grandi rischi per le imprese - secondo Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori di Forza Italia - È un testo impregnato di odio sociale, di stampo neo-giacobino nei confronti di chi fa impresa. Un testo pasticciato scritto guardando a una sola delle parti in causa, quella dei consumatori, quasi che le imprese siano considerate sempre in malafede e quindi non meritevoli di tutela e da penalizzare. Una legge che penalizzerà gli investimenti». Oltre alla nuova azione inibitoria collettiva, sottolineata da Bonafede, la cui vecchia procedura secondo il governo si era rivelata farraginosa, lenta, costosa e poco efficace, la legge introduce ora anche la disciplina degli accordi transattivi tra le parti. Il vaglio di ammissibilità del giudice bloccherà le azioni pretestuose e infondate. Previsto, infine, anche un ampio ricorso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a fini di pubblicità della procedura. E passa il principio della irretroattività: la class action, cioè, non potrà più essere chiesta contro eventi accaduti prima dell’entrata in vigore della legge. «Ora i cittadini sono più forti e potranno difendersi dai comportamenti scorretti di gruppi di potere, lobby e aziende senza scrupoli», conclude il ministro M5S per il Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro.

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