12 aprile 2019 - 22:05

«Salvini? Il governo sia unito
No a un intervento militare»

La ministra della Difesa Elisabetta Trenta: Parigi è un nostro partner e mi aspetto correttezza

di Fiorenza Sarzanini

«Salvini? Il governo sia unito No a un intervento militare»
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«La situazione libica è in un momento di crisi. È bene che il governo rimanga unito e tutti i ministri si muovano con intelligenza e compostezza». Al termine della riunione d’urgenza convocata dal presidente Giuseppe Conte, le parole della ministra della Difesa Elisabetta Trenta confermano le tensioni interne al governo. E i rischi che l’escalation di violenza può provocare al nostro Paese.

Che ruolo ha l’Italia?

«Stiamo monitorando la situazione e dialoghiamo con tutti i protagonisti sul campo, così come con i partner internazionali. Per questo ripeto che non servono prove di forza, non serve fare i duri come vedo fare a qualcuno per avere qualche titolo sui giornali. Serve intelligenza, compostezza, dialogo. E serve avere testa, non la testa dura».

Ieri Salvini ha accusato la Francia di interferenze e ha detto «con me trovano il ministro sbagliato». Si riferisce a lui?

«A chi pensa di giocare in proprio senza rendersi conto della delicatezza del momento. La priorità deve essere quella di tenere in sicurezza il nostro Paese e l’intera area».

Conte ha parlato di «gabinetto di crisi» permanente.

«Abbiamo sempre avuto una cabina di regia perché la stabilizzazione della Libia è la nostra priorità. Adesso siamo ancora più vigili perché diverse sono le possibili emergenze da affrontare».

Chiederete agli italiani di rientrare?

«I piani di evacuazione sono operativi, vediamo come evolve la situazione. Appena gli indicatori saliranno noi siamo pronti».

L’Italia ha sempre collaborato con il presidente Sarraj, ma tenendo aperto il canale con Haftar. E adesso?

«Riteniamo importante dialogare con tutti gli attori rappresentativi in Libia. È necessario per avviare un vero processo di riconciliazione nazionale, che sia inclusivo e intralibico. Ad Haftar come Europa in questo momento abbiamo chiesto di cessare ogni ostilità. Non è con il disordine che si trova un equilibrio».

I soldati italiani sono a Misurata. È ipotizzabile l’invio di altri reparti?

«Per il momento no. E se qualcuno pensa a un intervento militare in Libia, posso già dire che non esiste. Non saranno ripetuti gli errori del passato. E non sosterremo alcun ipotetico impegno di altri Paesi. Questo deve essere molto chiaro. Siamo vigili nel monitorare la sicurezza delle nostre aziende, vigili nel coordinare i nostri uomini a Misurata che con l’ospedale da campo offrono sostegno importante alla popolazione locale, ma una Libia bis non esiste».

Che ruolo gioca la Francia?

«Io posso solo dire che la Francia è un nostro partner, un Paese amico e da un Paese amico mi aspetto correttezza».

Alcuni esponenti del M5S ritengono che Parigi voglia danneggiare l’Italia in vista delle elezioni europee, lei crede sia questo lo scenario?

«Tra Francia e Italia c’è un’ottima cooperazione e una sana concorrenza. Non si lavora per danneggiare l’altro, ma è normale che anche l’Italia si adoperi per perseguire i propri interessi. Ad ogni modo il dossier lo sta seguendo in prima persona il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il che mi rassicura».

Il premier ha annunciato di aver parlato con Merkel e Stati Uniti. Pensa che a livello internazionale ci sia davvero unità?

«Noi abbiamo sempre lavorato per sostenere il piano delle Nazioni Unite in maniera leale e concreta. So perfettamente che il problema non è mai solo la Libia e che tutti gli accordi possono essere influenzati dall’esterno. Ma è bene sapere che le conseguenze possono essere drammatiche, proprio come sta accadendo ora».

L’Italia cosa può offrire?

«Affari e sviluppo. Lo abbiamo ribadito anche durante la riunione di ieri. Siamo pronti a onorare anche gli impegni presi da precedenti governi con il colonnello Gheddafi per la costruzione dell’autostrada se può servire alla pacificazione».

Una guerra in Libia scatenerà una nuova ondata di arrivi di migranti?

«Non è da escludere. Accadde già dopo l’intervento del 2011. Per questo dico che è inutile fare i duri, andare allo scontro. Perché il risultato poi quale sarebbe? Più migranti in Italia? Meno sicurezza? Allora ragioniamo. Per questo dico che ognuno deve metterci la testa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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