4 marzo 2019 - 23:01

Tav, vertice decisivo Conte-Salvini-Di Maio. Il Pd chiede la sfiducia per Toninelli

Oggi l’incontro: bandi da avviare entro l’11 o si perdono 300 milioni. Salvini: troveremo un accordo. Zingaretti: criminale perdere soldi

di Dino Martirano

Tav, vertice decisivo  Conte-Salvini-Di Maio. Il Pd chiede la sfiducia per Toninelli
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La Gazzetta ufficiale ha finalmente pubblicato la delibera del 10 dicembre 2018 della commissione intergovernativa Italia-Francia, firmata a suo tempo dai commissari Paolo Foietta (ormai ex) e Louis Besson, che modifica il regolamento dei contratti per la realizzazione della’Alta velocità ferroviaria Torino-Lione. E questo passo — necessario per non bloccare il complesso iter amministrativo che fa da cornice ai cantieri della Tav — arriva a soli sette giorni dalla scadenza di lunedì 11 marzo, quando il cda della Telt dovrà per forza decidere sui bandi di gara pena la perdita immediata di 300 milioni di finanziamenti Ue. La macchina amministrativa, dunque, non si può fermare tanto facilmente. Anche perché per gli alti burocrati del ministero delle Infrastrutture si potrebbe ravvisare un danno erariale. Per questo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i suoi vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, hanno convocato per stamattina a Palazzo Chigi il ministro Danilo Toninelli (M5S), per provare a mettere a punto una «exit strategy» in modo da evitare guai seri alla tenuta di un governo all’interno del quale sulla Tav si contrappongono M5S (contrario) e Lega (favorevole). L’idea sarebbe quella di confermare la pubblicazione dei bandi per l’11 marzo per poi prendere tempo nel successivo periodo di sei mesi, a cavallo delle europee di fine maggio, in cui verranno presentate le manifestazioni di interesse per gli appalti.

«Il governo non rischia, vedo un punto di incontro, prevarrà il buon senso», è il mantra di Matteo Salvini. Eppure ora il bersaglio, anche del «fuoco amico», potrebbe essere il ministro Toninelli perché contro di lui si è scatenata, senza essere bloccata dai vertici, la base piemontese del Movimento («Non firmi i bandi»); e, in più, gia oggi il Pd chiederà la calendarizzazione della mozione di sfiducia individuale contro il ministro delle Infrastrutture. Torino ha vissuto un’altra giornata da capitale della politica. Nicola Zingaretti, neo segretario del Partito democratico, ha voluto compiere il suo primo atto politico sotto la Mole Antonelliana per porgere la mano al governatore dem del Piemonte Sergio Chiamparino che spinge forte per la Tav: «I bandi non si interrompano, sarebbe criminale pensare di perdere centinaia di milioni di investimenti e migliaia di posti di lavoro». Il governo Conte, ha aggiunto Zingaretti, «gioca con i programmi come con le figurine mentre la produzione industriale crolla e il fatturato delle aziende e i cantieri sono fermi».

E queste sono parole d’ordine anche della Lega. («Negli Usa vogliono un governo credibile», ha avvertito Giorgetti). Non a caso ieri a Chiamparino è arrivata l’ennesima offerta di collaborazione da parte del governatore lombardo Attilio Fontana: «Nel caso il governo decidesse per il no alla Tav e si dovesse fare un referendum, saremmo disposti anche noi a seguire l’esempio del Piemonte».. A Torino, però, ieri c’erano anche Davide Casaleggio e Luigi Di Maio che, insieme alla sindaca del M5S Chiara Appendino, hanno presentato il fondo governativo per l’innovazione e le start up: «Oggi di Tav non ne parliamo...», ha risposto il vicepremier al direttore dell’Agi, Riccardo Luna, che lo intervistava. E anche Casaleggio se l’è cavata con un diniego: «Oggi parlo solo di innovazione». Mentre Appendino ha detto che i tempi «sono ormai brevi, la scelta spetta al governo...».

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