7 marzo 2019 - 15:08

Lega-M5S, scontro sui bandi della Tav Il Carroccio: voteremo no allo stop

I Cinque Stelle e l’ipotesi di un decreto da portare in cdm. Il veto dell’alleato: non esiste

di Alessandro Trocino

Lega-M5S, scontro sui bandi della Tav Il Carroccio: voteremo no allo stop
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La riunione di ieri sera a Palazzo Chigi è definita «surreale» e la crisi di governo «non è affatto esclusa». I vertici della Lega sono sul piede di guerra, e dopo le cinque ore del vertice il muro contro muro si è fatto, se possibile, ancora più diretto.

L’ipotesi decreto

Al centro dello scontro, la partenza dei bandi di avvio del progetto dell’alta velocità, che la società italo-francese Telt dovrebbe autorizzare entro lunedì. Il Movimento 5 Stelle sta minacciando in queste ore, ma già da un paio di giorni, di portare in consiglio dei ministri un decreto che impegni la Telt a fermare i bandi. «Se davvero lo facessero — fanno sapere ambienti qualificati della Lega — i nostri ministri voterebbero no. Senza alcuna esitazione. Non esiste, i bandi devono partire, poi se vogliono fare tutti gli approfondimenti che vogliono, si possono fare. Ma dopo la partenza dei bandi. Anche perché quando lo vogliono fare questo incontro con la Francia?». Il premier Giuseppe Conte, dal canto suo, sta valutando anche possibili ripercussioni legali: il no ai bandi potrebbe portare infatti ad una procedura contro il governo per danno erariale.

Rischio sfiducia

Inutile dire che uno scontro del genere nel consiglio dei ministri porterebbe a decretare l’immediata sfiducia del premier Giuseppe Conte e la fine prematura del governo giallo-verde. Per scongiurarlo restano ancora alcune ore di trattative. Salvini rientra alle 16 a Roma, per partecipare a un Consiglio supremo di Difesa. Alle 19 Luigi Di Maio riunisce i gruppi parlamentari con un unico punto all’ordine del giorno, la Tav. Segue, alle 19.30, il consiglio dei ministri. I tempi si fanno stretti ed entrambi gli schieramenti continuano a tirare la corda e non sembrano avere intenzione di cedere. Conte sta in mezzo. «Dubbioso», come dice lui stesso.

La linea dura

Giovedì pomeriggio Luigi Di Maio scrive una lettera a tutti i parlamentari: «Per fermare il Tav ci sono due passaggi. Il primo è quello del blocco dei bandi (sui quali bisogna decidere entro questo lunedì) e ciò può avvenire o tramite una delibera del Cdm o tramite un atto bilaterale Italia - Francia che intervenga direttamente sul consiglio di amministrazione di Telt. Il secondo è quello del passaggio parlamentare per il no definitivo all’opera. Su tutti e due questi passaggi non c’è un accordo tra le due forze di governo».

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