Palazzo Grazioli diventa sede della stampa estera: trecento giornalisti nell'ex quartier generale di Silvio Berlusconi

diPaola Di Caro

L'ex residenza romana ha visto il trionfo e la caduta del fondatore di Forza Italia: quadri antichi e busti, il mitico lettone di Putin e il tavolo per i vertici notturni

Palazzo Grazioli

Palazzo Grazioli e, nel riquadro, Silvio Berlusconi nel cortile del Palazzo nel 2018

Lasciò tre anni fa la sede che aveva visto il suo trionfo e la sua caduta, quella sotto la quale dietro transenne e controllati da fedeli carabinieri e poliziotti si assiepavano giornalisti e cameraman, come curiosi e turisti di passaggio che non capivano come mai a metà strada tra piazza e Venezia e Largo Argentina, davanti a un bel palazzo come tanti nello scintillante centro storico romano, si creasse tanta aspettativa. La lasciò il 30 dicembre 2020, quando ormai non la frequentava più, rifugiato per proteggersi dal Covid nella villa della figlia Marina in Provenza, accanto alla nuova compagna Marta Fascina.

Ma siccome, come scriveva Isabel Allende  nel suo celebre «La casa degli spiriti», la «vita è lunga, e fa molti giri», Palazzo Grazioli è passato da reggia-ufficio-luogo di vertici e decisioni fintamente collettive e sostanzialmente personali, salotto di leader, sale da pranzo di giovani ospiti, rifugio e bunker nel momento più buio della decadenza da senatore e palco da show da dove iniziavano le passeggiate di Silvio Berlusconi tra antiquari di zona e venditori di cianfrusaglie per turisti, diventa sede di chi dell’antiberlusconismo è stato un po’ un simbolo.

Tra un paio di mesi infatti, i 300 giornalisti della stampa estera - storicamente situati nella vicina piazza San Silvestro - si trasferiranno al piano nobile di Palazzo Grazioli, che diverrà il loro luogo di lavoro.
 Non è una conquista nè un omaggio, forse solo un accadimento del destino o piuttosto una convenienza economica in tempi di caro affitti e mutui altissimi, ma certo che quelli che tante volte il Cavaliere definì suoi nemici, che sempre tentò di sedurre ma mai riuscì a portare dalla sua parte, quel mondo che non lo capiva e non rideva alle sue battute, ora si aggirerà fra le stanze un tempo colme di quadri antichi e busti, dal mitico lettone di Putin ai pregiati tappeti, dal tavolone per i vertici notturni del mercoledì alle scorrazzate di Dudù, dalle entrate e le uscite in auto con vetri coperti per celare o scoperti per salutare.

E chissà se il tempo nel quale Berlusconi (per poche volte ma sostanziali, perché lì prese vita il nuovo centrodestra, lì si decise di chiudere con il governo Draghi in riunioni fiume con i nuovi leader Salvini e Meloni) ha sostituito palazzo Grazioli con la nuova residenza sull’Appia Antica, nella villa che fu di Zeffirelli e che gli lasciò in usufrutto fino alla morte, saranno bastati per cancellare le tracce di un’epoca. Che ora prende un’altra forma, e anche se le mura trattengono per sempre i ricordi, le persone sono in grado di arricchirli. O cambiarli, lasciando a chi resta di scegliersi i più cari.

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8 novembre 2023 2023 ( modifica il 8 novembre 2023 2023 | 17:23)