29 maggio 2018 - 14:10

Roma, lo sport contro la povertà infantile: ecco il progetto «For Good»

«For Good» è realizzato da Sport Senza Frontiere con il patrocinio del Coni. Ha coinvolto 504 bambini anche a Milano, Napoli e Buenos Aires, il 70% dei quali non aveva mai fatto prima una visita pediatrica

di Redazione Roma

La presentazioni al Coni (da Twitter) La presentazioni al Coni (da Twitter)
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Usare lo sport per combattere la povertà infantile e l’emarginazione economica ed educativa, alimentare e relazionale in cui sono costretti a crescere i bambini in tutto il mondo. Questo l’obiettivo del progetto biennale «ForGood. Sport è benessere», che in tre grandi citta’ italiane come Roma, Milano e Napoli, e Buenos Aires in Argentina, ha permesso dal 2015 al 2017 l’inclusione sociale, un’azione di prevenzione e tutela della salute a beneficio di 504 bambini, seguiti per due anni con la collaborazione di 22 enti socio-assistenziali e sanitari, oltre che di 126 societa’ sportive.

Lo screening pediatrico oltre lo sport

Il progetto è realizzato da Sport Senza Frontiere con il patrocinio del Coni e fa parte di «#BeAlive. Il grande gioco dello sport», la giornata dedicata alla pratica sportiva organizzata oggi allo stadio dei Marmi del Foro Italico. Nel dettaglio, l’iniziativa ha permesso di inserire i bambini in corsi sportivi assistiti e di offrire loro uno screening pediatrico approfondito con una consulenza psicologica rivolta all’intero nucleo familiare: 1.045 le visite effettuate per 658 bambini, grazie al sostegno in particolare dell’universita’ di Tor Vergata, ma anche di quella del Foro Italico e di Roma Tre.

La ricerca

Importanti i dati raccolti con «ForGood» e presentati martedì mattina nel Salone d’Onore del Coni. Dalle visite è emerso che il 70% dei soggetti coinvolti, tra i 6 e i 12 anni, non aveva mai effettuato una visita pediatrica, il 26,4% non era iscritto al Sistema sanitario, il 50,8% non era in regola con le vaccinazioni obbligatorie, mentre l’89% non aveva mai praticato prima un’attività sportiva: il tutto a causa delle condizioni di vita socio-economiche svantaggiate. «Con questo progetto abbiamo voluto restituire tutto cio’ che ci e’ stato dato con le donazioni di tantissime persone che hanno appoggiato il progetto», ha commentato il presidente di Sport Senza Frontiere, Alessandro Tappa.

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