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Ostia, processo bis al clan Fasciani: “Riconoscere aggravante associazione mafiosa”

Processo bis per il clan Fasciani di Ostia: per il pg di Cassazione andava riconosciuta l’aggravante di associazione mafiosa per l’organizzazione egemone sul litorale romano.
A cura di Valerio Renzi
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La Cassazione ha deciso ieri che gli imputati nel processo figlio dell'operazione Nuova Alba, che nel 2013 portò alla luce il potere dei clan sul litorale romano, vedrà un nuovo procedimento d'appello. I giudici hanno accolto il ricorso del procuratore generale di Roma contro il mancato riconoscimento dell'aggravante di associazione mafiosa nella sentenza di secondo grado, emessa il 13 giugno del 2016 dalla Corte d'Appello di Roma con una notevole diminuzione delle pene per gli imputati dei clan Fasciani e Triassi.

Si terrà dunque un processo bis, in cui un nuovo collegio giudicante sarà chiamato a rivedere le conclusioni alla luce dei rilievi del pg della Cassazione Pietro Gaeta. Per Gaeta la corte di secondo appello "compie un suicidio logico perché c'è scollamento totale tra le premesse probatorie accertate, i risultati accertati e una motivazione che invece va in rotta di collisione non solo con le premesse sulle quali si fonda ma anche con altre sentenze passate in giudicato e relative agli stessi fatti". La caduta dell'aggravante all'articolo 416 bis sarebbe "in contrasto con sentenze passate in giudicato e questo viola il principio dell'omogeneità dei giudicati che è un caposaldo nel rafforzare la certezza dei cittadini nella giustizia".

La posta in palio – sotto il profilo giudiziario e simbolico – è ancora una volta il riconoscimento della mafia a Roma. E se molti rimangono i dubbi sul fatto che nel caso dell'associazione criminale con al vertice Salvatore Buzzi e Massimo Carminati nota come Mafia Capitale, possa essere definita propriamente come un fenomeno mafioso, nel caso dei Fasciani gli elementi sembrano essere maggiormente riconoscibili: c'è il controllo territoriale, l'intimidazione e gli atti di violenza, il riconoscimento da parte del tessuto sociale dell'esistenza di un'associazione criminale potente e potenzialmente pericolosa.

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