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Roma, truffe e false compravendite: sei arresti. C'era anche il finto sacerdote

Scoperto un giro da 13 milioni di euro. La banda adescava facoltosi professionisti millantando conoscenze in ambienti ecclesiastici

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Truffavano imprenditori e persone facoltose prospettandogli affari con la compravendita di case e opere d'arte, anche ricorrendo a un finto monsignore che impartiva benedizioni: con questa accusa i i carabinieri della Compagnia di Roma piazza Dante hanno arrestato sei persone nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma che ha permesso di scoprire un giro di truffe, consumate e tentate, per 13 milioni di euro.

Roma, truffavano professionisti con false compravendite. C'era anche il finto prete

Gli arrestati sono ritenuti responsabili di una serie di truffe tra cui anche la cosiddetta "black money scam", consistente nel far credere alla vittima di poter ottenere banconote attraverso la smacchiatura di fogli di carta con uno speciale solvente. La banda aveva un sistema ben strutturato e collaudato di truffe, adescavano facoltosi imprenditori o soggetti molto ricchi, intenzionati a trarre profitto da compravendite di appartamenti e beni di lusso (soprattutto opere d'arte) e, millantando conoscenze in ambienti aristocratici, imprenditoriali ed ecclesiastici della Capitale, promettevano alle vittime di riuscire a vendere con grosse plusvalenze i beni, a fronte di un anticipo (spesso di diverse decine di migliaia di euro) finalizzato alla buona riuscita della transazione. Ricevuto l'anticipo, sistematicamente i truffatori sparivano senza lasciar traccia.

 Uno degli indagati, per rinforzare nelle vittime la convinzione della bonta' dell'affare che veniva prospettato, fingeva di essere un Monsignore (a volte vestito anche con tanto di abito talare) e di avere cointeressenze con gli uffici del Vaticano, dando quindi un'apparenza regolare alla trattativa e suscitando nelle vittime un senso di sicurezza indotto proprio dalla presenza dell'alto prelato, rivelatosi poi un impostore, che in varie occasioni, addirittura, ha dispensato anche benedizioni.

Oltre alla truffa i magistrati della Procura contestano anche i reati di falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, rapina, ricettazione, sostituzione di persona, violenza privata, contraffazione di carte filigranate in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo, sequestro, minacce, parificazione delle carte di pubblico credito alle monete.

L'indagine ha avuto origine da una perquisizione, dell'agosto del 2015, svolta dai Carabinieri della Stazione di Roma Casalbertone in cui furono sequestrati, all'interno di un'abitazione di un pregiudicato romano, 33mila euro circa in contanti ed una valigetta contenente un kit completo per effettuare la cosiddetta truffa "black money scam", consistente nel far credere alla vittima di poter ottenere banconote, attraverso la smacchiatura di fogli di carta con uno speciale solvente.

 Dopo la perquisizione, gli elementi raccolti fecero subito indirizzare le indagini verso un gruppo di soggetti dediti a svariati tipi di imbrogli. Nel corso dell'attivita' sono stati anche arrestati due soggetti, anch'essi destinatari della misura cautelare oggi eseguita, resisi responsabili di falsificazione, detenzione di filigrane o strumenti destinati alla falsificazione, contraffazione di altri pubblici sigilli e truffa in concorso.

L'attivita' ha in dettaglio permesso di fare luce su numerose truffe, di vario genere, che il gruppo criminale poneva in essere: oltre al gia' menzionato "black money scam", realizzavano anche fittizie compravendite di opere d'arte ed immobili. E' emerso, infatti, che la realizzazione di questi reati non era un fenomeno occasionale ma il frutto illecito di un sistema ben strutturato e collaudato, a  cui aderivano, con vari ruoli, tutti gli indagati.

Oltre alle misure cautelari, l'inchiesta ha portato anche al sequestro di un'autovettura di lusso i uno degli indagati, e ha permesso di portare alla luce un giro di truffe, consumate e tentate, di circa 13 milioni di euro.