Roma

Leggi razziali, la tragedia in un doc: alla Festa di Roma '1938'

'Quando scoprimmo di non essere più italiani', di Pietro Suber, proiettato in anteprima mondiale alla vigilia della rassegna. Cinque storie e i protagonisti: parlano le vittime ma anche i persecutori
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La proiezione al cinema Barberini di 1938, Quando scoprimmo di non essere più italiani di Pietro Suber è stata l'evento speciale di pre-apertura della Festa del Cinema di Roma. I film-documentario racconta delle conseguenze delle leggi razziali e la persecuzione degli ebrei sotto il fascismo con le testimonianze degli ultimi sopravvissuti, sia vittime che persecutori, con documenti anche inediti e straordinarie immagini d'archivio.

'Quando scoprimmo di non essere più italiani', Pietro Suber ripercorre gli anni delle leggi razziali - Clip 1


Cinque le storie raccontate in gran parte dai diretti protagonisti. A iniziare da quella di una famiglia di ebrei fascisti (la famiglia Ovazza) massacrata sul Lago Maggiore nell'autunno del 1943, alla storia di un ebreo del Ghetto di Roma, il mitico 'Moretto', che decise di lottare contro la persecuzione e che riuscì a salvarsi flirtando con la nipote di un collaborazionista fascista.

"Moretto", il pugile ebreo figura rimasta nel cuore della Comunità romana 

Si parla anche di Franco Schonheit e dei suoi genitori, tutti sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Poi la vicenda di una ebrea di Fiume che si salvò nascondendosi presso la casa di un incisore del Vaticano, e infine la storia di una famiglia di presunti delatori fascisti accusati di aver denunciato i vicini ebrei ai tedeschi.

A parlare infatti non sono solo le vittime, i perseguitati ma anche i cosiddetti persecutori. Il racconto, che si snoda oltre alle testimonianze attraverso preziose immagini d'archivio e una mole di documenti d'epoca pubblici e privati, si conclude con il tema della memoria delle leggi razziali, di cosa è rimasto oggi di uno dei periodi più oscuri della storia italiana, con un viaggio tra i movimenti giovanili di estrema destra e la vicenda delle strade ancora intestate, a 80 anni di distanza, ai firmatari (o presunti tali) del Manifesto della Razza, da cui scaturirono le leggi razziste.

'Quando scoprimmo di non essere più italiani', Pietro Suber ripercorre gli anni delle leggi razziali - Clip 2


Un'opera di particolare importanza perché i testimoni dell'epoca stanno scomparendo, la memoria collettiva degli anziani si sta spegnendo e la conoscenza dei fatti delle giovani generazioni è sempre più labile.
 
In questo 2018 si celebra l'80esimo anniversario delle leggi razziali. Di fatto una delle ultime occasioni collettive per raccogliere testimonianze dirette su cosa accadde nel nostro Paese dal 1938 al '45. Con l'intento anche di spiegare come questi provvedimenti abbiano influenzato in seguito la nostra storia, il nostro vivere.

'Quando scoprimmo di non essere più italiani', Pietro Suber ripercorre gli anni delle leggi razziali - Clip 3


Il film ritrae le folle oceaniche inneggianti il Duce a Piazza Venezia, esultanti persino durante l'annuncio della guerra, non coscienti del significato e delle conseguenze di quanto accadeva. Con quella maggioranza silenziosa d'italiani che non aderirono alle leggi razziali, ma neanche vi si opposero.

E si arriva all'aria che oggi tira, dove movimenti giovanili di estrema destra tengono alte le insegne del Fuhrer e alcune strade di Roma sono ancora intestate ai firmatari del Manifesto della Razza. Da far vedere alle scuole, per non dimenticare mai quanto quegli anni furono atroci. Il film è stato prodotto da Blue Film, Rai Cinema, Istituto Luce Cinecittà, Studio Capta ed è distribuito dall'Istituto Luce, Cinecittà. (simona casalini)