Roma

Roma, presidio di Casapound contro il centro per migranti: "Prima gli italiani"

Prevista una manifestazione di Fratelli d'italia. Manifestazione della Lega con lo striscione "Stop invasione" sotto la villetta nel quartiere Settecamini. "Non possiamo più rientrare a casa", ha detto il coordinatore del progetto
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Presidio fisso di CasaPound in via di Salone per evitare l'apertura di un centro accoglienza straordinario che dovrebbe ospitare una ventina di migranti. Per mercoledì 17 è prevista una manifestazione di Fratelli d'italia mentre nel pomeriggio del 16 la Lega è arrivata con lo striscione "Stop invasione" e una cinquantina di persone hanno manifestato sotto la villetta nel quartiere Settecamini, nel IV municipio. Andrea Liburdi, dirigente romano della Lega, ha detto che "contro il business dell'immigrazione" chiederà a chi di dovere di intervenire: "Dal municipio, al comune, al Parlamento perché è necessario - aggiunge rivendicando anche la chiusura del campo rom di via di Salone - capire se tutto è a norma di legge".

Il progetto del centro accoglienza straordinario è partito a gennaio 2018, dopo la vittoria di un bando emesso dalla prefettura. "Non possiamo più rientrare a casa - ha detto il coordinatore del progetto che preferisce rimanere anonimo. "Vivo lì con un regolare contratto d'affitto insieme ad altre persone ma non ce la sentiamo di tornare".
Secondo i militanti di CasaPound, che hanno allestito uno stand e rimangono sotto la villa giorno e notte, invece lo stabile è disabitato: "Non vogliamo mettere paura a nessuno, se un italiano vuole rientrare a casa sua non ci opporremo".

Franco Pirina, fondatore del Centro azioni operative di Ponte di Nona, nel VI municipio, ha detto durante la manifestazione: "Denuncerò il prefetto che ha avallato questa situazione all'insaputa del ministro dell'Interno, Matteo Salvini" e ha giurato di essere disposto a incatenarsi di fronte alla villetta pur di non far entrare i migranti.
Oltre agli ospiti del centro accoglienza, il progetto prevede anche l'assunzione di 16 persone "tra cui ci sono ultracinquantenni che faticavano a trovare un impiego ed erano entusiasti di iniziare a lavorare" spiega ancora il coordinatore che abita nello stabile e che aggiunge: "Il progetto che portiamo avanti punta all'integrazione anche con il quartiere e ai residenti abbiamo spiegato la situazione, anche con una lettera. Non avremmo mai immaginato tutto questo clamore".