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Regione Lazio, si sgonfia la mozione di sfiducia a Zingaretti. Forza Italia: "Inutile andare a fare figuracce"

Il consiglio regionale del Lazio 
La mozione di sfiducia presentata dal centrodestra contro il governatore del Lazio sembra destinata a naufragare dopo il passo indietro di Enrico Cavallari, ex assessore di Alemanno, eletto alla Pisana con la Lega e passato da mesi al gruppo misto
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Sembrano diradarsi le fosche nubi che da giorni si erano addensate sul destino di Nicola Zingaretti e della sua giunta regionale. La mozione di sfiducia presentata dal centrodestra contro il governatore del Lazio sembra destinata a naufragare dopo le dichiarazioni di Enrico Cavallari, ex assessore di Gianni Alemanno,
eletto alla Pisana con la Lega e passato da mesi al gruppo misto. "Non voterò la sfiducia a Zingaretti perché se realmente si vuole avviare un cammino verso il centrodestra unito, l'unico atto politico credibile è sfiduciare intanto il governo nazionale".

Cavallari è stato, insieme all'ex assessore di Renata Polverini, Pino Cangemi, uno dei due firmatari del "Patto d'Aula" che ha garantito in questi mesi la maggioranza al centrosinistra uscito vincitore dalle urne ma senza i numeri in consiglio. Dopo le parole di Cavallari, insomma, gli equilibri alla Pisana tornano a pendere a favore di Zingaretti.

E a certificare il fallimento della mozione di sfiducia c'è anche la presa di posizione di Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia: "Adesso chiamerò il mio capogruppo e gli dirò che vista la posizione di Cavallari è inutile andare a fare delle figure del genere in Consiglio. Loro avevano dato per certo che Cavallari avrebbe firmato la mozione di sfiducia, ma davanti alle sue parole ci conviene di più a fare una battaglia sul bilancio e dare risposte certe ai problemi nei comuni e nelle imprese che a discutere di una mozione che non ha i numeri". E prosegue, parlando con l'agenzia Dire: "Se l'opposizione è convinta di mandare a casa la giunta non c'è bisogno di presentare la mozione di sfiducia ma si va dal notaio o dal segretario regionale, si firmano le dimissioni e si va ad elezioni". 

Critica anche Roberta Lombardi, capogruppo M5S, che solo pochi giorni fa si era detta pronta a votare la mozione del centrodestra. L'ex deputata giudica la sfiducia "un vero e proprio autogoal che, nato dall'intento del centrodestra di stanare le altre opposizioni, tra cui il M5s, ha finito invece col rivelare per l'ennesima volta le loro divisioni interne. Un esito ancora più paradossale se si considerano i fantasiosi retroscena apparsi in questi giorni su più testate giornalistiche su un possibile governo del cambiamento tra la giunta Zingaretti e il M5s, unica forza di opposizione a dichiarare e a sostenere fermamente sin dall'inizio la propria disponibilità a votare la sfiducia. Visto che anche Forza Italia ha dichiarato che non ci sono più le condizioni per presentare la mozione di sfiducia, chiedo al centrodestra di ritirarla, perchè abbiamo già sprecato una settimana di lavoro per questa buffonata rivelatasi una presa in giro per le istituzioni e cittadini. Se il centrodestra si rifiuterà di ritirarla, noi non ci presenteremo in Aula".
 
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