Roma

Roma, il Pg Salvi: "Migranti, non serve solo repressione". Il procuratore capo Pignatone: "Corruzione, sempre il male di Roma"

Giovanni Salvi, procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario  (ansa)
L'inaugurazione dell'anno giudiziario della Capitale. Ancora il procuratore generale: "Roma città sicura ma continua a essere snodo di affari leciti ed illeciti: serve un moto civile per far crescere una coscienza collettiva". E sui casi Regeni e Cucchi generale sottolinea: "No a verità di comodo". Il capo della Procura di Roma, che a maggio lascia: "Siamo con l'acqua alla gola, i buchi del sistema amministrativo sono parte significativa di quello che poi diventa prescrizione"
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"Migranti, nessuna vera politica di sicurezza e legalità può basarsi sull'esclusione e sulla discriminazione. Nessuna politica di sicurezza degna di questo nome può fondarsi sulla marginalizzazione, sulla spinta alla clandestinità e al lavoro nero, quando non all'illegalità quale mezzo di sostentamento. Solo politiche di inclusione hanno un reale ritorno, rendendo le nostre città sicure e arricchendole del contributo di lavoro e di diversità culturale di centinaia di migliaia di futuri cittadini".

Il procuratore generale della Corte d'Appello di Roma Giovanni Salvi, forte della sua precedente esperienza professionale come capo della procura di Catania, inserisce il tema della "questione migratoria" nella sua relazione sull'anno giudiziario e dice la sua, prendendone le distanze, sulla politica securitaria dell'attuale Governo. Aggiunge: "La gravità delle conseguenze delle migrazioni non regolate si riflette anche nell'espandersi dell'intervento penale, che dovrebbe restare ultima ratio...Politiche migratorie chiare e rispettose dei principi affermati dalle Convenzioni internazionali potrebbero prevenire il ricorso alla sanzione penale nei settori diversi dalla punizione dei trafficanti di esseri umani". E il Pg Salvi affronta anche altri temi.

Casi Regeni e Cucchi: "No a verità di comodo" La magistratura romana sta facendo di tutto per arrivare a individuare i responsabili della morte di Giulio Regeni, sequestrato, torturato e ucciso al Cairo nel 2016, e di Stefano Cucchi, pestato in una caserma dei carabinieri e poi morto nel 2009 all'ospedale Pertini sei giorni dopo essere stato arrestato per droga. Anche su questo si è soffermato il procuratore generale Giovanni Salvi. "La procura di Roma ha profuso molti sforzi nel tentativo di assicurare alla giustizia i torturatori e assassini di Giulio Regeni. Essi hanno sin qui ottenuto, quanto meno, che non si accettassero verità di comodo. Con la stessa determinazione - ha aggiunto - la procura di Roma ha investigato sulla morte di Stefano Cucchi, avvalendosi dell'opera di alta qualità professionale della Polizia di Stato. Anche la Procura Generale ha contribuito a questo impegno, nei giudizi di appello e ricorrendo in Cassazione ove la decisione appariva non soddisfacente ai fini del complessivo accertamento della verità. Su questa strada si andrà avanti in ogni grado di giudizio. Sono condivisibili, segno di un impegno comune, le sofferte parole del Comandante generale dell'Arma, Giovanni Nistri, il quale ha affermato che attraverso la "verità perseguita ad ogni costo" e superando "un silenzio durato troppo a lungo", i Carabinieri continueranno ad essere un punto di riferimento, esempio di rettitudine, integrità e senso del dovere".

Pignatone: "Corruzione problema principale di Roma" : "Secondo me, continuo a dirlo, il problema principale di Roma è la corruzione", così il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone nel suo intervento nella sede della Corte di Appello di Roma. Quanto all'attività di contrasto della criminalità organizzata nella Capitale, ha sottolineato: "I clan erano ben noti a tutti, secondo me sono importanti le sentenze perchè offrono degli strumenti di contrasto a forme di estrema pericolosità, che se esaminate in modo parcellizzato non consentono di cogliere la pericolosità del fenomeno e di adottate strumenti di contrasto adeguati".

Sistema giudiziario "con l'acqua alla gola" Tra qualche mese il procuratore capo di Roma lascerà il suo incarico, oggi lo ha ricordato: "Aspettiamo il mese di maggio ma intanto colgo l'occasione per ringraziare i colleghi e il personale di questi uffici. Noi siamo con l'acqua alla gola, è un miracolo che si raggiungono i risultati nelle condizioni date. I buchi del sistema amministrativo sono parte significativa di quello che poi diventa prescrizione. La Procura sente come suo primo obiettivo quello della tutela del cittadino. Il primo di ringraziamento va ai giudici, se la Procura ha raggiunto dei risultati è grazie a loro".

"Capitale snodo di affari leciti e illeciti, serve un moto civile" Roma "continua a rappresentare uno snodo importante per tutti gli affari leciti ed illeciti" gestiti dalla criminalità in tutte le sue forme e sarebbe bene che si creasse "quel moto civile che in tante città del sud, avvezze alla minaccia del crimine organizzato, contribuisce ad ostacolare il radicamento delle organizzazioni e a far crescere una coscienza collettiva. E' questo che vedo sempre più mancante a Roma, città che tutto avvolge in uno sguardo cinico, che sembra aver visto tutto e tutto dimentica". Così, a margine, il procuratore generale Giovanni Salvi.
Nella capitale, ha ricordato il magistrato facendo riferimento alla recente sentenze su 'Mafia Capitale' e sulle famiglie di Ostia.

Aumenta sovraffollamento delle carceri nel Lazio: Il sovraffollamento nelle carceri di Roma e del Lazio è di nuovo in aumento e anche "è rilevante ed in linea con gli anni precedenti la quota di detenuti stranieri". I dati emergono dal presidente della Corte d'Appello della Capitale, Luciano Panzani: "Analizzando i dati come risultano dalle elaborazioni nazionali del Dap, aggiornati al 31 dicembre 2018, il rapporto fra detenuti presenti e quelli previsti dalla capienza regolamentare è ulteriormente cresciuto da 117 a 124 e a livello di distretto, è superiore a quello nazionale (124 nel Lazio contro il valore di 118 del territorio nazionale). In dieci su 14 istituti penitenziari del distretto il rapporto è superiore a 112 ed è in peggioramento rispetto al periodo precedente. Rispetto agli anni precedenti continuano ad aumentare i detenuti presenti, da 5.744 (dato del 30/11/2015) agli attuali 6.534 (+14% in quattro anni), con conseguente peggioramento della capienza regolamentare, da 109,2 a 124,3. Quanto ai detenuti stranieri, negli istituti laziali  "erano 2.624 (definitivi e non), e cioè pari a circa il 40% del totale, ed in diversi istituti, rappresentano la maggioranza dei detenuti presenti (Regina Coeli, Civitavecchia NC, Rieti e Viterbo)", conclude il presidente della Corte d'Appello.

Roma, crollati gli omicidi, città tra le più sicure:  "Roma, lo scorso anno, ha registrato "una drastica riduzione degli omicidi volontari", appena 10, quando nel 2015 erano stati 20", si legge ancora nella relazione del Pg Salvi. "Nel circondario di Roma - spiega - vi è stato negli ultimi anni una drastica diminuzione degli omicidi, che ha portato Roma a livelli davvero inimmaginabili qualche anno addietro e che hanno pochi paragoni nelle grandi città del mondo intero. Secondo i dati forniti, si è passati dal già basso numero di venti omicidi volontari nel 2015 a dieci nell'anno 2018. Ancora più rilevante appare, poi, la proporzione con gli omicidi di donne, che rimangono invece sostanzialmente stabili dal 2015".

Molestie e violenze sessuali più 24%: Aumentano a Roma i casi di violenze sessuali e gli adescamenti di minori sul web. Sono cresciuti infatti del 24%: i procedimenti nell'ultimo anno stati 789 rispetto ai 633 del 2017. Aumentano anche le ipotesi di violenza sessuale di gruppo: salite da 11 a 19. Resta l'allarme anche per la pedopornografia: 200 i casi emersi nel 2018, mentre aumentano gli adescamenti di minori sul web: +18% con 117 procedimenti rispetto ai 99 del 2017. Unico fenomeno in calo riguarda lo stalking: quest'anno 1061 casi rispetto ai 1360 del 2017.