Roma

Roma, una talpa informa CasaPound sugli alloggi liberi da occupare

Fiamme gialle e Digos sulle tracce della dipendente capitolina che avvertirebbe i neofascisti degli appartamenti popolari liberi. Si tratta di una maestra che si difende: "Assurdità, io vado a scuola e basta."  E nel palazzo di via Napoleone III salvato per ora dagli sgomberi di Salvini abitano diversi impiegati pubblici

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ROMA - C’è una dipendente del Campidoglio tra gli occupanti di CasaPound. Una comunale, più precisamente una maestra d’asilo, vive nel palazzone di via Napoleone III di proprietà del Demanio. E non è sola, perché assieme a lei ci sono altri due impiegati pubblici: uno lavora per Cotral, l’azienda regionale dei trasporti, e l’altro per il policlinico Umberto I.   La donna però allontana da se qualunque sospetto:  "Io esco per andare a scuola e basta. Faccio da anni il mio lavoro con amore e passione dedicandomi anima e cuore. Queste dichiarazioni mi sembrano veramente assurde" fa sapere l'insegnante attraverso Casapound.

Come emerge dall’ultimo censimento elaborato dalla Guardia di Finanza, abitano tutti nel cuore dell’Esquilino con gli esponenti più in vista delle tartarughe frecciate. Senza aver nulla da temere: nella nuova lista dei 22 immobili che il Viminale del vicepremier leghista Matteo Salvini intende sgomberare il prima possibile, pubblicata ieri su queste colonne, lo stabile dei “fascisti del terzo millennio” non c’è.

Non ancora. L’indagine avviata dalla procura della Corte dei Conti è vicina alla chiusura e, se dagli approfondimenti sull’occupazione partita il 27 dicembre 2003 emergeranno danni certi e contestabili, l’elenco degli sfratti in mano alla procura potrebbe variare ancora una volta.

I motivi per stravolgere quel documento, in ogni caso, ci sarebbero già ora: sia gli agenti della Digos che le Fiamme Gialle sanno che nel palazzone abita un discreto numero di dipendenti pubblici e sono da mesi a caccia della talpa di CasaPound. Del contatto con gli uffici capitolini che pare in grado di avvertire in tempo reale i militanti della formazione di estrema destra sul borsino delle case popolari. Ogni volta che un appartamento dell’Erp o dell’Ater si libera — e magari viene affidato a una famiglia di stranieri — le tartarughe sono lì. Pronte a manifestare, a sfoderare saluti romani e lo slogan diventato pure un marchio registrato di Cpi: «Prima gli italiani» .

Ecco, in via Napoleone III la regola vale. Anche per chi in realtà potrebbe smetterla di vivere assieme ai camerati abusivi, lasciare i 60 vani dello stabile a due passi dalla stazione Termini e cercarsi — pur con tutte le difficoltà che il mercato immobiliare capitolino propone — un appartamento sul mercato. Sì, perché gli accertamenti avviati dai finanzieri assieme all’Agenzia delle Entrate dicono che gli impiegati di Comune e Cotral guadagnano rispettivamente 23 e 27 mila euro l’anno. Insomma, almeno per quanto riguarda le soglie reddituali, non avrebbero nemmeno diritto a una casa popolare.

Al limite, invece, si trova il dipendente del Policlinico coi suoi 18 mila euro. Gli altri, compresi i leader di CasaPound, sono sotto soglia. Dati che fanno dormire sonni tranquilli alle tartarughe nere. Ma l’incubo potrebbe essere dietro l’angolo: i pm di viale Mazzini stanno per chiudere i loro accertamenti e ora stanno vagliando le possibili responsabilità dei dirigenti del Demanio e del Miur. Colpevoli di non aver denunciato per tempo l’occupazione, di aver lasciato correre, potrebbero rispondere di un danno milionario.