Negli anni Venti del Novecento, un albergatore americano, per prolungare il soggiorno dei turisti, inventò Miss America. Successivamente sono state incluse altre categorie di partecipanti, abbassando notevolmente l’età, in modo da comprendere il mondo dell’infanzia: i cosiddetti Child Beauty Pageants. Esistono concorsi di bellezza per bambine che mantengono l’estetica della loro infanzia, altri, i Glitz Pageants, che vertono sulla trasformazione-imitazione delle stesse in pseudo-adulte: sguardi e pose ammiccanti, trucco pesante, tacchi alti, extension, abbronzatura spray, ciglia finte, lenti a contatto colorate, depilazione, denti finti e, addirittura, uso di botox. In America, vista l’abbondanza organizzativa annuale, questi concorsi sono una vera e propria “istituzione”. Nel 2008 è partito un reality made in Usa sul tema: “Toddlers & Tiaras“. Un contest di bellezza per bambine e ragazze fino a 16 anni suddivise in diverse categorie (ad esempio, junior miss, little miss, pre teen, ecc.). Nel 2006, il film Little Miss Sunshine ha affrontato tale tematica, vincendo due Oscar.

Donne in miniatura

Il fenomeno di ipersessualizzazione femminile si esplicita nel far apparire bambine come donne in miniatura, conseguentemente vengono trasformate in oggetto sessuale da esibire. L’ipersessualizzazione femminile è connessa all’ipersessualizzazione della società intesa come la costante stimolazione di natura sessuale diffusa da media e social (ad esempio, il sexting è la condivisione di immagini sessualmente esplicite tramite dispositivi mobili o altri mezzi su Internet). Nello specifico, secondo l’American Psychological Association (2004 e 2005) la sessualizzazione si distingue per alcune peculiarità:
– l’attrazione fisica viene equiparata all’essere sexy;
– il valore di una persona deriva dal comportamento sessuale ad esclusione di altri elementi;
– una persona viene sessualmente oggettivata, ossia definita come un oggetto per l’uso sessuale altrui;
– la sessualità viene impropriamente imposta.

Quali effetti sulle bambine?

Infatti non si tratta di concorsi per ragazzine dall’aspetto piacevole, ma di concorsi per adulti con ragazzine che fingono di essere donne sensuali sottoposte alla votazione di adulti. Il ruolo dei genitori è determinante, in particolar modo, quello delle madri. Uno zibaldone generazionale tra mamme (ed i loro voleri), figlie a cui viene inculcato il valore sommo della bellezza e dell’essere già “grande” che si traduce in successo, talent scout, organizzatori dei concorsi. Quali sono gli effetti possibili sulle bambine? Problematiche connesse a disturbi alimentari, autostima, sviluppo psico-fisico, ansia, depressione sino alla decontestualizzazione del mondo reale e all’auto-oggettivazione, ovvero il processo in cui soggetti femminili sono indotti ad adottare la prospettiva di un osservatore esterno sul proprio corpo, assumendo l’auto-visione di un oggetto da essere valutato (Fredrickson e Roberts, 1997). Aleggia il pericolo pedofilia. Nel 1996, avvenne l’omicidio della reginetta di bellezza JonBénet Ramsey di 6 anni, caso non ancora risolto.

Baby modelle in Italia

In Italia domina l’industria della moda per bambini con baby-modelli e proliferazione di relative agenzie. Cinema e televisione inclusi. Inoltre è stato trasmesso un reality intitolato “Little Miss America” (l’omonimo concorso tenuto ogni anno in Texas), poi sospeso. Un servizio di Enrico Lucci intitolato “Bambini di successo” trasmesso da Le Iene (2013) ha analizzato il panorama di un concorso di bellezza per bambini/e dal punto di vista delle mamme che hanno ribadito la volontarietà di piccoli di 3 anni di parteciparvi, sottolineando la non importanza di vincere a tutti i costi. Ovviamente comportamenti e risposte delle aspiranti star hanno smentito puntualmente tali affermazioni. Nel documentario “Divine” di Chiara Brambilla (2010) si mostrano i pensieri, gli atteggiamenti, i capricci, lo stress, talvolta la curiosità, di tre bambine che accettano di accontentare i desideri di successo dei genitori. Emblematiche le parole di alcune bimbe di 10 anni che vogliono diventare famose per rendere felici le madri. “Se vai ad un provino e ti dicono di no, mi sento offesa. E io non voglio sentirmi offesa”, dice una ragazzina. “Non sono emozionata all’idea di fare un casting”, afferma un’altra. “Sogno di volare e di essere una maestra”, risponde un’altra ancora. È importante non superare 1,40 m di altezza, sennò si viene escluse dalla moda bimbo.

Infanzia violata

I sogni di bellezza e successo si uniscono alla questione economica e di marketing. Già, perché se vince una figlia conseguentemente vince anche la madre: si tratta di riscatto sociale. Nel film “Bellissima” (1951) di Luchino Visconti, una madre (interpretata da Anna Magnani) costringe la propria bimba a partecipare a un casting con la speranza di sfondare nel cinema; accompagnata a un provino, la figlia, disperata, inizia a piangere: significativo il suo primo piano straziante tra le risa incuranti dei produttori. Allora cosa vuoi fare da grande? Nella società ipersessualizzata, il limite tra eccessivo e moderato dipende in questi casi dai genitori. Se la partecipazione ad una pubblicità, ad una sfilata o ad un film può essere intesa come una sorta di gioco fine a se stesso, in tutto il resto, se portato all’esasperazione, trionfa l’infanzia violata, a scapito del diritto di poter scegliere ciò che si vuole e chi si vuole essere quando si avranno la maturità e la consapevolezza per decidere.

Arianna Caccia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Print Friendly, PDF & Email