Di Biagio, dunque, non cade davanti a Southgate, salito al trono dall'Under 21. Come traghettatore, però, l'inglese ha poi brindato al lieto fine. Non sarà così, a quanto sembra, per il testaccino. Che forse ha lasciato il terreno di gioco già da ex. Adesso si volterà finalmente pagina dopo il flop mondiale. E, con il nuovo ct ancora da scegliere, sarà il caso di imboccare subito il percorso giusto senza sbandare in partenza. Perché la rifondazione deve essere reale e non di facciata. I candidati eccellenti che la Federcalcio ha contattato nelle ultime settimane, da Ancelotti a Mancini passando per Conte, rischiano di diventare solo il paravento per il nostro calcio in crisi. Mancano le idee e i giocatori. Se davvero c'è la volontà di ripartire da zero, puntando sui giovani che spesso finiscono ai margini pure in campionato, sarebbe più sensato affidare la Nazionale a chi è abituato ad allenare i ragazzi e non i campioni. L'identikit dovrebbe essere quello di Gasperini (o dello stesso Di Biagio) e non dei top coach che magari preferiscono guidare le squadre di club, affidandosi ai fuoriclasse. Che qui da noi non ci sono. Ma, al più presto, bisogna formarli. Per ripartire sul serio.
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