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Raoul Bova in un ruolo inedito nella fiction "I Fantastici 5": ex campione di nuoto, Madonna, 4 figli e l'impegno civile

Torna in televisione con una nuova fiction, l'attore ed ex campione di nuoto protagonista di film e in televisione con ruoli indimenticabili. Lo sport, gli esordi e l'impegno civile

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Scorrendo all’indietro la carriera, e anche le dichiarazioni che lo hanno investito in 30 anni di carriera ormai, quel che emerge di Raoul Bova è la costanza, la perseveranza della sua figura attraverso un tempo dilatato che non ha mai riassunto del tutto il personaggio pubblico.

Schivo, misurato, poco incline alla vita mondana e a una visibilità costante ha però saputo intessere con il pubblico un rapporto di fiducia che l’ha premiato tanto e più rispetto a una certa parte della critica. Nella sua ultima fiction, prodotta da Luxvide, in cui veste il ruolo di allenatore, si misura con sensazioni e anche un profilo simile eppure diversissimo dalle parti similari legate allo sport che ha interpretato in precedenza.

“I Fantastici 5”, la nuova fiction di Canale 5 con Raoul Bova

Ne “I Fantastici 5”, Bova interpreta un allenatore (Riccardo Bramanti) chiamato a guidare un gruppo di giovani atleti paralimpici alla Nova Lux, società sportiva di prestigio, ciascuno con la propria storia e un vissuto che entrerà prepotentemente nelle vicende narrate da questa fiction che andrà in onda a partire da mercoledì 17 gennaio per un totale di 8 puntate dalla durata di 50′.

Non è la prima volta che l’attore si misura con un personaggio calato nelle dinamiche del mondo dello sport: tra il 2011 e il 2013 ha interpretato l’ex campione di nuoto poi allenatore Alessandro Dominici in “Come un delfino” e nel 2021 ha diretto con Marco Renda ed interpretato il docu-film “Ultima gara”. D’altronde tutto è incominciato in piscina, per Bova, ex campione di nuoto.

Da quanto ha raccontato egli stesso, in alcune interviste, non era affatto un bambino particolarmente estroverso, non si proponeva come intraprendente o spavaldo, anzi. Ma fin dalle prime esperienze fu chiaro, in primis ai suoi genitori quando decisero di portare Raoul in piscina e iniziarlo al nuoto, quanto lo sport poteva significare. E educarlo sia nel fisico, sia nell’anima.

Fonte: ANSA

Bova nella fiction “I Fantastici 5”

Bova e l’incontro con il nuoto

Nel suo libro biografico, “Le regole dell’acqua” (Rizzoli), l’attore e regista ha scritto un passaggio che racchiude il senso parziale ma rappresentativo, comprensibile dell’esperienza agonistica vissuta i quegli anni giovanili, quando a 15 anni divenne campione italiano nei cento metri dorso e il suo destino sembrava legato al silenzio della piscina, degli allenamenti e di uno sport che impone la riflessione. La solitudine dell’acqua:

“Il mondo del nuoto è stato un serbatoio fantastico di lezioni di vita. Alcune le ho capite allora. Altre sono diventate più chiare col tempo”.

Campione italiano dei 100 m dorso a 15 anni

D’altronde per lui, nato a Roma il 14 agosto 1971, la famiglia costruita da papà Giuseppe e mamma Rosa (che prima di lui avevano avuto altre due figlie) ha sempre offerto una certezza solida, confortevole e densa di significati. Nelle sue più recenti dichiarazioni e interviste, Bova ha riconosciuto ai suoi genitori (scomparsi recentemente) la qualità di averlo saputo formare, trasmettendogli dei valori civili e sociali condivisi con le sorelle e che ha portato in un impegno extra. Lezioni che si sono riflessi e che si sono alimentati, instaurando un circolo virtuoso, nello sport che ha intrapreso a livello agonistico giovanissimo e che lo hanno condotto a vincere i 100m dorso nei campionati giovanili a soli 15 anni.

Bova agli studi presso l’istituto magistrale Jean-Jacques Rousseau ha unito, nella sua giovinezza, il quotidiano sacrificio negli allenamenti, intrapresa l’attività agonistica. Cresciuto nell’Aurelia nuoto, la storica società romana lo sostiene e lo cura, fino a quando non raggiunge il traguardo più ambito ovvero la vittoria dei campionati assoluti nel 100m dorso a soli 15 anni.

Un successo che poteva aprire un capitolo nuovo e che, però, al contrario lascia intravedere altro: qualcosa si smonta, nel tempo e la sua fisicità abbinata a una indubbia telegenia lo hanno portato altrove, lontano dalla piscina che aveva dominato le sue giornate da bambino e adolescente.

La svolta in televisione e al cinema

Mentre studia all’ISEF, si è presentata la prima occasione in televisione come valletto di Scommettiamo che…?, programma del grandissimo conduttore Fabrizio Frizzi: nonostante il ruolo apparentemente periferico, viene notato e si avvia a una carriera collaterale rispetto alle ambizioni iniziali.

Quindi il debutto nel cinema, con l’indimenticabile “Mutande Pazze” di Roberto D’Agostino (che vanta il primato di aver scoperto uno degli uomini simbolo del cinema e della fiction italiana) e poi la serie sugli Abbagnale “Una storia Italiana” e una parte in “Quando eravamo repressi”, del regista e autore Pino Quartullo. In questo turbinio di ruoli, il nuoto si colloca al passato nella sua biografia, quando per altri è il momento di spingere, di incidere.

Lo sport si relega a un cassetto, a una zona, una parte ancora predominante ma se ne parla già al passato anche se Bova è appena entrato nell’età adulta e si paventa per lui, dopo i successi televisivi, l’occasione di un ruolo da protagonista con un film che sembra costruito per trasformarlo in un personaggio popolare.

Il primo ruolo da protagonista per Bova arriva grazie al vanziniano “Piccolo grande amore” (1993) che lo lancia nel cinema, con un ruolo romantico, quasi fanciullesco anche per via della storia che sembra quasi un omaggio a un certo modo di raccontare la commedia. Guardando indietro, davvero un personaggio distante da quelli che gli hanno conferito l’afffezione e la stima del pubblico e che lo hanno avvicinato a progetti centrali, nel suo impegno civile.

Nel 1996 interpreta Nino Di Venanzio in “Palermo-Milano solo andata”, che gli conferisce un certo successo anche a livello internazionale complice la presenza di attori di esperienza come Giancarlo Giannini e una certa aderenza al ruolo che lo agevola nel conquistarsi anche una luce diversa. Questa è la sua cifra, il suo carico umano e valoriale che riesce a portare nella storica fiction “La Piovra – Indagine sulla morte del commissario Cattani” e nelle miniserie “Ultimo” e “Ultimo – la sfida”.

Bova va negli Stati Uniti con Madonna

Grazie a uno spot per un noto marchio di cosmetici, che gira con la pop star Madonna, Raoul Bova acquista sempre più un carattere internazionale: i titoli di produzioni statunitensi con l’avvento degli anni 2000 si infilano uno dietro l’altro: “Avenging Angelo”, “Sotto il sole della Toscana”, “Alien vs Predator”. Una felice parentesi che non gli impedisce di dedicarsi anche al cinema d’autore come ne “La finestra di fronte”, di Ferzan Ozpetek con Giovanna Mezzogiorno. Un passaggio delicato, importante. Il ritorno a quei temi di impegno civile che ha intrapreso e condiviso anche con l’ex moglie, la veterinaria Chiara Giordano, figlia dell’avvocata Annamaria Bernardini de Pace e con la quale ha avuto due figli.

In questi anni le produzioni che lo vedono protagonista non si contano: dal filone Moccia, ovvero “Scusa ma ti chiamo amore” e sequel a Giuseppe Tornatore con “Baaria” e ancora fiction, produzioni che approdano a Mediaset (com’è nel caso di quest’ultimo prodotto firmato da Luxvide) sia per la Rai.

Parallelamente, nell’ambito delle sue partecipazioni a produzioni per il grande schermo si nota un ritorno a ruoli da commedia come in “Immaturi”, “Sei mai stata sulla luna?”, “Torno indietro e cambio vita”, titoli degli anni 2010 e che raccolgono solo una parte dei suoi film.

La svolta nella fiction

Prende poi parte anche a produzioni internazionali come “I Medici”, nel ruolo di papa Sisto IV, e poi “Giustizia per tutti!” e la fiction “Buongiorno, mamma!” alla seconda serie, inevitabilmente oscurata in termini di ascolti e popolarità dall’epocale passaggio a Don Massimo, il prete che subentra in “Don Matteo” a Terence Hill nella fiction interpretata da più di vent’anni dall’attore.

Da stasera ancora un nuovo personaggio, una storia che ne contiene altre e che affida a Bova l’apertura – con il consueto tono e taglio immediato, pop – verso figure che proiettano una società che inizia a essere inclusiva ma che non ha esaurito questo mutamento, culturale e sociale, che la televisione proietta e mette al centro della narrazione.

Fonte: ANSA

Bova con Maria Chiara Giannetta alla presentazione di “Don Matteo”

L’impegno civile e la Fondazione Ultimo

Nell’aprile del 2020, dopo aver messo a disposizione della Croce Rossa la sua masseria pugliese nel pieno dell’emergenza COVID-19, Bova ha annunciato di avere in programma la realizzazione di una serie tv sull’impegno dell’organizzazione: lui sarà protagonista e produttore con la Rb Production assieme a Connecting talents.

Il suo impegno civile è testimoniato da ben altri fatti: insieme al capitano Ultimo ha creato la Fondazione Capitano Ultimo Onlus in favore del Parco della Mistica, con lo scopo di contrastare l’attività della criminalità organizzata e la promozione della legalità e ha collaborato al documentario che ne è scaturito. Inoltre ha collaborato in precedenza a una fiction ispirata alla storia dell’ex nuotatore Domenico Fioravanti, costretto a fermarsi per problemi cardiaci.

Il 15 ottobre 2010 Raoul Bova è stato nominato Ambasciatore di buona volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). Dopo il terremoto di Amatrice del 2016, contribuisce attivamente alla raccolta fondi per il nuovo Centro Polifunzionale della cittadina – che prevede Sala teatro, auditorium e presidio socio-sanitario – organizzando anche una partita benefica della Nazionale Cantanti a Rieti, essendo profondamente legato alla Sabina.

Fonte: ANSA

Con Rocio Munoz sul red carpet a Venezia

La vita privata: due compagne e 4 figli

Dalla ex moglie Chiara Giordano, con la quale è stato sposato quasi vent’anni, ha avuto due figli Alessandro Leon e Francesco, ormai adulti, che non hanno seguito per ora le orme paterne. L’attuale compagna, a partire dal 2013, è l’attrice e ballerina spagnola Rocio Munoz Morales, conosciuta sul set di “Immaturi – Il viaggio”, e protagonista della fiction “Un passo dal cielo” e dalla quale ha avuto due figlie, Luna (2015) e Alma (2018).

Raoul Bova in un ruolo inedito nella fiction "I Fantastici 5": ex campione di nuoto, Madonna, 4 figli e l'impegno civile Fonte: ANSA

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