Ringrazio il Sacco di Roma per la bella chiesa dei Tolentini

Pubblicato: gennaio 14, 2013 in Uncategorized

ba71Tolentini-sanNicolaIn occasione del 410° anniversario della dedicazione della chiesa (1602 – 2012) Antonio Manno ha curato per Il Prato Casa Editrice il volume La chiesa di San Nicola da Tolentino a Venezia, storia, arte e devozione con interventi di Roberto Zago, Doretta Davanzo Poli, Alessandra Tessari, Giancarlo Bottecchia, Alessandro Milan, Mons. Gianni Bernardi e Mons. Mario Ronzini.

L’edificio è stato progettato e realizzata da Vincenzo Scamozzi, tra il 1591 e il 1602, che aveva già lavorato per i Teatini a Padova mentre a Venezia era in contatto con personaggi influenti della nobiltà. Lo Scamozzi, affiancato da un groppo di esperti poteva contare su due modelli di chiese realizzate secondo le regole della Controriforma: il Gesù a Roma e il Redentore a Venezia, per cui le sue caratteristiche sono l’orientamento disposto verso il sorgere del sole in riferimento alla simbologia del Cristo come Sol Invictus e la pianta a croce latina, entrambi omaggio all’emblema dell’ordine teatino. L’intenzione dei padri era quella di costruire una chiesa tridentina votata all’esaltazione del culto eucaristico, un’allegoria della Via Crucis in cui il fedele percorrendola poteva dirigersi idealmente verso la salvezza.

Scamozzi. Pianta della Chiesa dei Tolentini

Scamozzi. Pianta della Chiesa dei Tolentini

Antonio Manno c’informa che l’interno classicheggiante della chiesa appena terminata si presentava come un ambiente monumentale e severo, scandito da paraste giganti intonacate, purtroppo alterato dalle sei cappelle laterali, arricchite da marmi pregiati e preziose decorazioni, in pieno contrasto con il progetto iniziale e lo spirito religioso dei monaci e cedute alle famiglie più facoltose per finanziarne i sopravvenuti problemi di consolidare le fondazioni in un terreno altamente  instabile.

Il cenotafio di famiglia predisposto dal doge Giovanni II Corner - cappella corner

Il cenotafio di famiglia predisposto dal doge Giovanni II Corner – cappella corner

Un secolo dopo la sua costruzione Andrea Tirali aggiunge alla facciata incompiuta, un pronao con timpano e sei colonne corinzie (1706 – 1714), novità per la chiesa, che da tempo aveva accolto lo stile barocco, e per Venezia dove rispolvera l’architettura classica anticipando quella neoclassica. La sua fonte di riferimento è il quarto libro del trattato di Andrea Palladio.

Tirali progetto per il pronao dei Tolentini

Tirali progetto per il pronao dei Tolentini

La facciata della chiesa come tutto l’edificio sono rinati grazie al recente restauro ad opera del cantiere didattico dell’Università Internazionale dell’Arte.

I Teatini hanno progettato all’interno della chiesa un cimitero per nobili e cittadini, il più grande all’interno di una chiesa veneziana, ricavandolo nell’intercapedine del pavimento soprelevato: le sepolture sono disposte teologicamente in funzione del Giudizio finale; la chiesa prefigura la valle vista da Ezechiele, luogo della resurrezione dei morti.

Posizione delle arche e degli altri monumenti funebri - ideata da Milan e disegnata da Chinellato

Posizione delle arche e degli altri monumenti funebri – ideata da Milan e disegnata da Chinellato

Pavimento a Tau e arche terragne viste dall'alto

Pavimento a Tau e arche terragne viste dall’alto

Il testo è arricchito dal lavoro certosino di Roberto Zago che riporta i testamenti e le storie familiari di coloro che scelsero la chiesa per l’ultimo riposo mentre Giancarlo Bottecchia ci illustra le statistiche della salute dei veneziani dell’epoca grazie allo studio del più grande cimitero all’interno di una chiesa descritto  nel “Libro delle sepolture” ritrovato in archivio.

La storica del tessuto Doretta Davanzo Poli ci fa scoprire la ricchissima collezione di paramenti sacri che risalgono fin dalla metà del secolo XV come il paliotto di velluto di seta rosso cremisi collegato al corredo di Caterina Cornaro raffigurata nel monumento funebre della cappella Corner. A Venezia c’era l’usanza di donare paramenti alla chiesa, come vediamo nel testamento di Nicolò da Ponte del 1590 in cui “lascia tutta la roba della chiesola di casa come calici paramenti candelieri (…) et il manto rosso et d’oro”.

Velluto operato allucciolato, sala attigua alla sagrestia, paliotto, particolare

Velluto operato allucciolato, sala attigua alla sagrestia, paliotto, particolare

La chiesa nasce per il volere dei Chierici Regolari Teatini ordine che sorse con lo scopo di restaurare nella Chiesa la regola primitiva di vita apostolica. Si rifugiano dopo il Sacco di Roma (1527) a Venezia presso la chiesa di San Clemente e poi a San Nicola da Tolentino.

Non so come ringraziare il prof. Antonio Manno per avermi chiarito tutti i misteri di questa chiesa che mi ha sempre affascinato fin da bambina per le sue inusuali caratteristiche.

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