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Reddito di cittadinanza: misura sbagliata che tratta esigenze diverse allo stesso modo

di Rosalba Reggio

Siamo ultimi in Europa tra i Paesi sviluppati a istituire una misura universale contro la povertà. Con il reddito di cittadinanza, siamo passati da un finanziamento da 3 miliardi a 9 miliardi. L'intervento era necessario, ma contiene due errori gravissimi. Le misure di Welfare in Italia sono numerose ma molto frammentate, il primo errore, dunque, è quello di non ricomporre tutte le risorse disponibili. L'altro grave errore è quello di considerare i poveri tutti uguali. C'è il povero assoluto, per esempio, per il quale le politiche di inserimento lavorativo sarebbero inadeguate; così come per il disabile, o la donna sola con figli, figure che non potrebbero comunque lavorare. Ci sono poi persone povere per mancanza di lavoro: solo in questo caso le politiche di inserimento lavorativo sarebbero utili. In altri Paesi per ogni categoria di povertà ci sono supporti diversi. Agli homeless, per esempio, è sbagliato dare soldi, bisogna dare servizi. Anche alle persone che cercano lavoro è sbagliato dare soldi, ma bisogna offrire misure attive di riqualificazione professionale. Con il reddito di cittadinanza, invece, si trattano categorie diverse di povertà in maniera uguale. Ce ne parla Francesco Longo, docente di Management pubblico e sanitario, all'Università Bocconi
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