Appuntamento elettorale in Europa, controverse interpretazioni

di Paolo Lingua

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Il Punto di Paolo Lingua

Appuntamento elettorale in Europa, controverse interpretazioni
Per un po’ di giorni, in Liguria e in tutta la nostra penisola, voleranno gli stracci di interpretazioni lambiccate e tortuose sull’esito delle elezioni in Sardegna. Non tanto sui numeri e sugli schieramenti che sono molto chiari, ma sul fatto che due due coalizioni maggiori – centrodestra e centrosinistra – erano costituite, accanto  ai partiti “nazionali” da molte liste civiche di tipo localistico, peculiari d’una regione certamente “particolare” come la Sardegna. Avremo, tra meno di tre mesi, alcuni passaggi amministrativi in  comuni d’un certo rilievo (come Sanremo e Rapallo in Liguria) e poi le elezioni europee. In quest’ultimo caso va ricordato che si voterà con il sistema proporzionale puro e che quindi il gioco dei calcoli e dei ricalcoli si farà nuovamente complicato, senza contare che per un voto europeo occorrerà valutare la partecipazione dei cittadini e i collegamenti con aree politiche differenti da quelle che operano a livello nazionale e a livello locale. C’è un punto però incontrovertibile: il calo netto dei consensi del M5s. E, di conseguenza, la decrescita delle possibilità operative e decisionali all’interno del Governo. Matteo Salvini continua a ripetere che il governo non cadrà e non deve cadere. Ma ci sono insistenze invece nel senso di lanciare nuove elezioni all’interno del centrodestra e in particolare all’interno di Forza Italia. In questo caso è assai difficile capire che cosa possa accadere perché tutti i protagonisti sembrano tesi a camminare sul filo dell’equilibrista. E allora? Per andare al parlamento di Bruxelles sembrano pronti a ricandidarsi gli uscenti, all’interno di ciascun partito, anche se si punterà, soprattutto nel più importante collegio, quello di Nord Ovest che comprende Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Certamente Forza Italia avrà come capolista Silvio Berlusconi. Il Pd avrà Calenda? E’ possibile. Più incerta la scelta dei “grillini” anche se sembra assai probabile una candidatura di Di Battista, ma forse più probabile nel Centro o nel Sud. Ci saranno nomi nuovi disposti a correre per le Europee nel grande collegio di cui fa parte la Liguria? Nell’area del Pd torneranno in campo Renata Briano, genovese o Brando Benifei, spezzino?  E ci sarà spazio per loro, giocando su collegamenti e alleanze di altre regioni, dato che sono possibili  sino a tre preferenze ? La situazione è complessa, anche per i partiti minori sia di destra, sia di sinistra perché non sarà facile fare il pieno di voti necessario peer strappare un seggio. Un discorso che vale per Fratelli d’Italia come per i radicali, divisi in diverse fazioni, come anche per Liberi e Uguali. Nel Nord Ovest, la Liguria e la Valle d’Aosta, per il limitato numero di abitanti e quindi di aventi diritto al voto, restano sacrificate con i loro candidati locali rispetto al Piemonte e in particolare alla Lombardia. Ci sarà poi la questione delle alleanze europee. Soprattutto la Lega e il M5s punteranno ad agganci con  i sovranisti i primi e con movimenti populisti i secondi. Ma una alleanza di centrodestra che Berlusconi vorrebbe consolidata al centro moderato, magari collegate con i popolari, può reggere un elemento forte come la Lega che punta alla stretta con il movimento della Le Pen. Il Pd sarà collegato naturalmente con i socialisti europee che non se la passano da tempo troppo bene in molti Paesi. La situazione, insomma, è assai complicata. Comunque, qualunque cosa dichiarino Matteo Salvini o i suoi “colonnelli” più fedeli, dopo il voto europeo di maggio quantomeno si dovranno fare profondi ragionamenti, anche perché il Governo dovrà vedersela con i conti pubblici e con le scelte strategiche sul campo delle grandi opere. Questi sono i punti nevralgici più delle questioni sull’immigrazione che non turbano più di tanto i sonni dell’opinione pubblica. Solo allora si capirà se sarà obbligatoria la strada della crisi di governo e le obbligatorie elezioni anticipate. Sono queste le mosse critiche sulle quali, un Pd in lieve ripresa ma ancora con il fiato corto, spera nel miracolo d’un recupero del favore degli elettori.