Indonesia, nuovo attacco a Surabaya: famiglia kamikaze contro polizia

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Le prime immagini dal luogo dell'attentato (Getty Images)
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Almeno una decina i feriti nella città dell'isola di Java. L'attacco è stato compiuto da un uomo e una donna insieme ai loro figli: solo una bimba di 8 anni si è salvata ed è stata portata in ospedale

Dopo un fine settimana caratterizzato da una serie di attacchi suicidi, un altro attentato ha colpito Surabaya, la seconda città dell'Indonesia, nell'isola di Java. 

Surabaya, nuovo attacco contro la polizia  

L'attacco, avvenuto lunedì 14 maggio, è stato compiuto da due kamikaze (un uomo e una donna) a bordo di motociclette-bomba che sono state scagliate contro il quartier generale cittadino della polizia. Si parla di almeno una vittima tra gli agenti – anche se non è chiaro se sia rimasta ferita o uccisa – secondo quanto riportano le autorità, tre gli attentatori morti. I feriti, in tutto, sarebbero una decina. Ieri tre kamikaze hanno attaccato tre chiese di Surabaya, uccidendo almeno otto persone, oltre alle sei (appartenenti alla stessa famiglia) che hanno effettuato gli attacchi.

Un'altra famiglia-kamikaze

Anche l'attacco suicida di questa mattina contro il quartier generale della polizia di Surabaya sarebbe stato messo a segno da cinque membri della stessa famiglia. A farsi saltare in aria, secondo le ipotesi, i genitori e due figli. Pare che la figlia più piccola, una bambina di otto anni, sia sopravvissuta. Lo ha annunciato il capo della polizia indonesiana Tito Karniavan, secondo quanto riporta la tv locale Kompas.

La condanna degli attacchi e lo stato d'allerta

Come riporta il quotidiano “Le Monde”, il presidente indonesiano, Joko Widodo, ha condannato il nuovo attentato: “È un atto codardo, indegno e disumano – ha detto – non ci sarà alcun compromesso nelle misure per combattere il terrorismo”. La metropoli dell'isola di Java è stata vittima di un'ondata di attacchi registrati negli ultimi anni nell'arcipelago del Sud Est asiatico, il Paese musulmano più popoloso al mondo. La famiglia che ha colpito le chiese domenica è considerata appartenente al movimento locale Jad, legato all'Isis. L'Indonesia è in allerta dal gennaio 2016, quando il primo attacco rivendicato dallo Stato islamico colpì la capitale Giakarta.  

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