‘Ndrangheta a Torino e in Alta Val di Susa: undici condanne

Piemonte
Immagine d'archivio (Agenzia Fotogramma)

Al centro dell’inchiesta dei carabinieri erano i fratelli Adolfo e Aldo Cosimo Crea, e Giuseppe Ursino, nipote del boss di Bardonecchia, provincia di Torino

Si è concluso con undici condanne il processo nell’ambito delle indagini sulla presenza della ‘ndrangheta a Torino e in Alta Valle di Susa. Le accuse a carico degli indagati variavano dall’associazione mafiosa all’estorsione, all’usura e all’intestazione fittizia di beni. L’inchiesta dei carabinieri aveva riguardato i fratelli Adolfo e Aldo Cosimo Crea, condannati rispettivamente a 4 anni e 5 mesi e a 4 anni e 8 mesi. Considerati elementi di spicco dell’organizzazione criminale, i due fratelli erano stati indagati anche nell’ambito delle inchieste Minotauro e Big Bang. Giuseppe Ursino, nipote del boss di Bardonecchia, provincia di Torino, Rocco Lo Presti, è stato condannato a 6 anni, 9 mesi e dieci giorni, la pena più elevata. Ursino, secondo l’accusa, aveva fatto intestare ad alcuni prestanome un bar, una pizzeria ed altre attività situate a Bardonecchia, ad Alpignano e a Torino, in modo da facilitare il riciclaggio ed eludere le confische, che sarebbero seguite in caso di attività associate al suo nome.

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