27 giugno 2018 - 12:49

Pedopornografia in rete, condivisi video di abusi su neonati: 6 arresti

L’inchiesta ha preso il via dall’analisi di alcune “stanze virtuali” in cui i partecipanti si scambiavano informazioni e materiale video realizzato sfruttando minori

di Redazione online

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Video pedopornografici, tra cui filmati di abusi su neonati, sono stati sequestrati dalla polizia postale di Torino, impegnata in un’indagine che ha portato a sei arresti e 16 denunce in tutta Italia. L’inchiesta ha preso il via dall’analisi di alcune “stanze virtuali” in cui i partecipanti si scambiavano informazioni e materiale video. Nel gruppo, c’erano ruoli differenti e i coordinatori potevano escludere chi non contribuiva con materiale suddiviso per range di età e sesso dei minori.

Stanze virtuali

Le indagini sono ancora in corso per definire con precisione i compiti dei partecipanti alle “stanze virtuali” e per verificare se, in alcuni casi, siano anche stati consumati rapporti sessuali con minori. All'esito dell'attività investigativa, associati dei volti ai singoli nickname oggetto di indagine, è stato possibile smascherarli procedendo direttamente, su delega della Procura della Repubblica di Torino, alle perquisizioni. Sono 16 gli indagati, di cui 6 arrestati in flagranza di reato per ingente detenzione di materiale pedopornografico.

Le perquisizioni

Gli indagati sono residenti in diverse zone d'Italia, motivo per cui all'operazione, iniziata all'alba, hanno partecipato, oltre a quello di Torino, altri 10 Uffici di Polizia Postale dislocati su tutto il territorio nazionale. Le perquisizioni locali e informatiche hanno portato al rinvenimento e sequestro di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico, per il quale si ipotizza in alcuni casi anche l'autoproduzione mediante la consumazione di rapporti sessuali con minori, «ma sul punto - specifica la questura di Torino in una nota - sono ancora in corso attività d'indagine». Le persone perquisite sono tutte italiane, esattamente come era italiana la lingua utilizzata nei commenti alle immagini pubblicate.

Tra gli arrestati un assistente sociale

Tra questi, un uomo di 43 anni, assistente sociale in servizio in una sede della Asl nell’hinterland fiorentino. Secondo quanto appreso l’uomo, 43 anni, lavorava a contatto con bambini. È stato arrestato in flagranza nel corso di una perquisizione. Nel 2014 il 43enne aveva patteggiato, sempre a Firenze, una condanna a due anni per reati analoghi. Nella sua abitazione sono stati sequestrati hard disk con un’ingente quantità di foto e video a carattere pedopornografico, oltre a chat erotiche. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 43enne avrebbe condiviso e acquisito il materiale attraverso una piattaforma di file sharing, a cui accedeva attraverso vari pseudonimi. Lo scambio dei file, riguardanti soprattutto bambini maschi stranieri, avveniva sia con gruppi di persone sia con singoli utenti della piattaforma. La pm della procura di Firenze Ester Nocera ha chiesto per lui la misura della custodia cautelare in carcere.

I ruoli dei partecipanti

L'attività di osservazione e di raccolta degli elementi probatori «è stata molto lunga soprattutto per le policy del gestore ostile a fornire informazioni sui propri iscritti», si legge in una nota della questura di Torino. L'indagine ha fatto perno «sulle componenti comportamentali dei vari autori delle condotte delittuose - spiega la Polizia Postale -, nonché sull'attribuzione delle immagini condivise ai diversi profili, in modo da ottenere riscontri dalla successiva attività a carico dei soggetti indagati». Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i titolari dei profili incriminati avevano tra loro diversi ruoli di responsabilità: dettavano regole che i partecipanti ai gruppi erano obbligati ad osservare. Inoltre si riservavano la potestà di escludere chi non avesse prestato un contributo in termini di materiale condiviso, suddiviso per range di età e sesso dei minori utilizzati per la realizzazione dei video.

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