4 maggio 2018 - 10:01

Vini con l’etichetta del Duce in vendita nell’area di servizio. I partigiani: «Raccapricciante»

A Carmagnola: sugli scaffali le bottiglie col volto di Mussolini. E sul menu c’è Hitler

di Massimiliano Nerozzi

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Le bottiglie in vendita nella stazione di servizio a Carmagnola (Torino) Le bottiglie in vendita nella stazione di servizio a Carmagnola (Torino)

La settimana scorsa, nei giorni della Liberazione, a Carmagnola c’era chi deponeva una corona di fiori sul cippo di piazza Quattro Martiri, che ricorda i partigiani fucilati dai tedeschi il 5 febbraio 1945; e chi, qualche chilometro più in là, comprava una bottiglia di rosso con l’effigie di Mussolini o di Hitler sull’etichetta. «Ne vendiamo tante — racconta Monica, che gestisce il bar della stazione di servizio Rio dei Cocchi Est, subito dopo il casello — tant’è che le trattiamo da anni». Occupano tutto l’ultimo scaffale sulla destra del bancone: impossibile non notarle. «Vino della Storia, euro 9,90» c’è scritto sul foglio.

Il precedente

Del resto, è così che le spaccia la Albo Trade di Bra, ditta specializzata in magneti in miniatura, di quelli che si attaccano al frigorifero, ma che in questo caso s’è lanciata nel vino: «In realtà, oltre all’area di servizio, abbiamo un solo altro cliente, in Veneto», spiegano. Il caso scoppiò nell’ottobre 2007, quando un produttore in provincia di Udine mise in commercio etichette con immagini di Mussolini e del Führer: a seguire, sequestro della Procura di Bolzano e dissequestro deciso dal tribunale. Ma è la prima volta che spuntano da queste parti: «Forse la prendo per un amico», dice un signore, tenendone in mano una con la faccia del Duce. Prima di essere interrotto dalla moglie: «Lascia perdere, e andiamo». L’accostamento, non le piace: «Se devo scegliere un vino, preferisco sia buono, e con altra etichetta». Salendo in macchina, il marito chiude con un sorriso: «Uno che conosco è proprio fissato, gli avrebbe fatto piacere». C’è chi apprezza, infatti: «È passata una comitiva di tedeschi — dice ancora Monica — alcuni hanno protestato, ma altri se ne sono comprate quasi una cassa». Come lei, in fondo: «Non sapevo cosa regalare a un amico, allora gliene ho data una con Mussolini: a lui piace».

La dittatura si fa gadget

La Storia, anche la più cupa, s’è ormai fatta gadget, tanto che un personaggio vale l’altro: tra le bottiglie con la mascella del Duce ce ne sono un paio con il volto di Gramsci, e più in basso alcune birre con il basco di Che Guevara. Altri non la prendono bene: «Siamo all’equiparazione di tutta la Storia — sbotta Valentina Rizzi, presidente della sezione di Carmagnola dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani italiani — che è poi il peggior revisionismo. Il fascismo non è un’idea, ma un crimine».

L’etichetta «informativa»

Il retro dell’etichetta fornisce un’altra versione, con ambizioni pedagogiche: «La storia, se correttamente interpretata, è la migliore maestra, affinché non si ripetano gli errori del passato, fermo restando il rispetto per chi, a sacrificio anche della propria vita, ha inseguito con le sue eroiche gesta il sogno di un futuro migliore».

Nella città partigiana

Però sul menu ci sono Mussolini e Hitler: «E qui a Carmagnola: raccapricciante, roba da matti», dice ancora Rizzi. «Bisognerebbe ricordare che la via principale del paese è intitolata a Ferruccio Valobra: di famiglia ebraica, fu alpino e poi partigiano». Fucilato a Torino il 21 settembre 1944, è sepolto nel cimitero ebraico di Carmagnola. Episodi e date che stipano la memoria, e mica sempre, ma che per tanti non sono certo il primo pensiero: «Quest’area di servizio chiuderà il prossimo 30 settembre e trovare lavoro sarà un bel problema», si fa seria Monica. «Tutta colpa di Renzi. Per questo, volevo chiamare Striscia la Notizia».

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