6 novembre 2018 - 18:17

Torino, ex pentito di camorra sotto processo per stalking condominiale

L’uomo, trasferitosi in Piemonte dalla Campania dopo aver chiuso i conti con la giustizia, è accusato dai vicini di casa per aver appeso manichini horror nel palazzo

Torino, ex pentito di camorra sotto processo per stalking condominiale Manichini di Halloween
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TORINO - Intimidazioni, minacce, litigi, manichini da film horror: sono di questo tenore, secondo le accuse, i rapporti che un ex pentito di camorra, trasferito a Torino dalla Campania dopo aver chiuso i conti con la giustizia, trattiene con i suoi vicini di casa. Al punto che l’uomo è processato per stalking condominiale. «Sono tutte falsità o esagerazioni», ha replicato in aula, aggiungendo di avere la sensazione che «qualcuno voglia infangarmi sfruttando tutte quelle cose su di me che si possono leggere su internet». «Certo ho fatto una vita brutta - ha precisato - ma è tutta roba di 30 anni fa».

L’ironia dei giudice sui manichini: «Rassicuranti...»

Gli episodi risalgono al 2017. Interrogato direttamente dal procuratore aggiunto Anna Maria Loreto, l’uomo (difeso dall’avvocato Roberto Elvo) ha risposto punto per punto alla lunga lista di contestazioni, spiegando, per esempio, di non avere mai pedinato un’anziana signora, di non avere mai detto a un condomino «ti sgozzo», di non avere mai affrontato con un’accetta un gruppo di persone in strada, di non avere mai tagliato gomme alle auto. «I cinque manichini? Non li ho messi per intimorire la gente. È ridicolo. Non ho mica cinque anni. Si tratta di festeggiamenti per Halloween. Ai miei figli piacciono tanto. L’anno scorso seguivamo in tv la serie Annabelle. Quest’anno invece tocca a It». Il giudice si è fatto mostrare le immagini e non ha trattenuto un commento ironico: «Rassicuranti ...». «Ma a Natale - ha sottolineato l’imputato - metto così tanti addobbi che casa mia diventa Disneyland».

I cartelli e i «ragazzi coi capelli strani»

L’imputato ha dovuto dare conto anche a una serie di cartelli, come per esempio «noi siamo gente alla buona ma se rompete il c... sono tutti c... vostri». «Il fatto - ha detto - è che nella nostra zona spesso ci sono dei furti. Poi c’è un circolo, una specie di centro sociale, con un mio vicino di casa insieme a dei ragazzi dai capelli strani: musica ad alto volume, puzza di hashish, alcolici in maniera esagerata. Io gliel’ho detto: fai quel vuoi, ma almeno lasciaci dormire».

«Una vigliaccata»

L’uomo ha ricostruito l’antefatto di una lite dicendo che in quel periodo era profondamente turbato da «una vigliaccata». «Non sappiamo chi - è stato il suo racconto - ma qualcuno ha scritto al tribunale per i minorenni dicendo che picchiavamo i nostri bambini. Un’infamia. Dopo il processo le accuse si sono rivelate completamente infondate».

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