6 settembre 2018 - 17:56

Torino, bruciò una bandiera della Lega: assolto in Cassazione

Dopo una prima condanna, la sentenza è stata annullata senza rinvio

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Brucia una bandiera della Lega Nord e, dopo una prima condanna a 200 euro di multa, viene assolto in Cassazione per un problema giuridico. Il caso si è snodato negli uffici giudiziari torinesi e ha riguardato C.R., un antagonista oggi di 38 anni, per un episodio che risaliva al 2009. L’imputato era stato chiamato a rispondere di danneggiamento «semplice», ma nel frattempo - dopo un decreto legislativo del 2016 - il reato è stato modificato in modo tale, come hanno fatto osservare gli avvocati difensori Marco Melano e Gianluca Vitale, da non poter essere più applicato alla vicenda in questione.

Il 24 ottobre del 2009, in piazza Castello, ci fu un parapiglia tra un gruppo di antifascisti e di militanti della Lega Nord che avevano allestito un banchetto. In quell’occasione, C.R. venne identificato (nonostante la sua professione di innocenza) come l’uomo che diede alle fiamme la bandiera, mentre altri compagni furono processati e condannati per ipotesi di resistenza e lesioni nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine.

Dopo la riforma del 2016 il reato di danneggiamento prevede condanne da sei mesi a tre anni ed è procedibile d’ufficio. La vecchia versione del danneggiamento «semplice» era perseguibile su querela e, soprattutto, non prevedeva riferimenti alle condotte avvenute «in occasione di manifestazioni in luogo pubblico». Una serie di considerazioni di carattere giuridico ha quindi portato gli Ermellini ad annullare la sentenza senza rinvio.

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