5 maggio 2019 - 17:43

Raimo: «Non mi pento, all’estrema destra niente visibilità»

Lo scrittore ha deciso di dimettersi dal comitato editoriale della trentaduesima edizione del Salone del Libro di Torino dopo gli attacchi ricevuti in seguito a un post su Facebook

di Giorgia Mecca

Raimo: «Non mi pento, all’estrema destra niente visibilità» Christian Raimo
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«Ho espresso un’opinione personale. Non dovevo farlo siccome ricopro un ruolo istituzionale. Il mio passo indietro è una scelta dolorosa e obbligata». Christian Raimo ha deciso di dimettersi dal comitato editoriale della trentaduesima edizione del Salone del Libro.

Si è pentito di quello che ha scritto su Facebook?
«No, è ciò che penso. Ci sono delle contraddizioni evidenti nel panorama politico italiano. Abbiamo un ministro degli Interni che ha rapporti dichiarati con gruppi neofascisti. Io credo che non possiamo più rimanere a guardare».

Cosa bisogna fare?
«Bisogna contestare. L’antifascismo non va dichiarato e basta, va agito. Sono ancora convinto che bisogna fare qualcosa contro la crescita di autori ed editori fascisti in spazi istituzionali. Mi chiedo: il fatto di avere soggetti istituzionali vicini a CasaPound sia un problema che si risolve con le mie dimissioni o è un problema più profondo che riguarda le istituzioni? È questo il vero dibattito che avrei voluto sollevare».

Lo farà anche da esterno?
«Certo, anche se in una posizione di marginalità e di debolezza. Era inevitabile rassegnare le dimissioni ma io sono convinto che sia necessario, e che lo sarà sempre di più, che gli intellettuali rimangano organici a questi spazi, stimolino il dibattito dall’interno, le case della cultura vanno abitate».

Secondo lei il programma di questa edizione del Salone ha dato troppa visibilità alle case editrici e agli autori neofascisti?
«Io e i miei colleghi nel prepararlo abbiamo cercato di fare un lavoro il più antifascista possibile. Sono convinto che ci siamo riusciti. Certo, si poteva fare di più, ma il Salone è uno spazio istituzionale, bisognava garantire la rappresentanza a tutti. Ciò che contesto è che dando visibilità a loro si dà visibilità anche ai loro saggi sulla marcia su Roma e al desiderio di una svolta autoritaria».

Verrà comunque al Salone?
«Nel giorno dell’inaugurazione presento un lavoro che ho fatto su Leonardo Sciascia».
Tra pochi giorni Raimo presenterà anche il suo nuovo libro: «Contro l’identità italiana», un saggio che analizza il dibattito politico contemporaneo «sempre più egemonizzato dalla destra e dall’estrema destra».

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