27 marzo 2019 - 18:20

Torino, borse di studio? Sì, ma solo per gli italiani figli di italiani

L’Accademia delle Scienze si scusa e spiega: «Si tratta di indicazioni testamentarie non modificabili». L'assessora alla Cultura Parigi: «In contrasto con le leggi regionali»

di Paolo Coccorese

Torino, borse di studio? Sì, ma solo per gli italiani figli di italiani Sala dei mappamondi, accademia delle Scienze
shadow

«Il destinatario della borsa dovrà essere di nazionalità italiana, figlio di famiglia italiana e residente in Italia». Requisito necessario per provare a conquistare una delle due borse di studio (valore 5 mila euro l’una) messe a disposizione dall’Accademia delle Scienze di Torino. Ente privato con sede in via Maria Vittoria assediato dalle polemiche per quel bando «sovranista ante litteram» pensato dieci anni fa, quando era un’illusione la svolta politica di destra, e oggi diventato motivo di scontro. «Il ritorno del razzismo non turba il sonno dell’Accademia delle Scienze. Chiediamo una rapida retromarcia». Il Coordinamento dei ricercatori precari di Unito per primo ha acceso i riflettori sui paradossali requisiti dell’Accademia. Istituzione attaccata da più parti. Sui social, dove in tanti hanno scritto messaggi critici come «Così è iniziato l’apartheid» e «Il certificato di purezza della razza non serve?». E, sul fronte politico, del capogruppo di Leu in Regione, Marco Grimaldi: «Per non offendere la città, l’Accademia prenda una decisione coraggiosa: verifichi la possibilità di modificare dei vincoli inaccettabili, oppure rinunci ai soldi». Un tiro al bersaglio coinciso con il riaccendersi delle polemiche in merito alle modifiche della legge su cittadinanza e ius soli. In una città che ha festeggiato il gol in Nazionale del 19enne della Juventus, Moise Kean. La punta, cittadino italiano e figlio di due immigrati con cittadinanza, ha trascinato gli Azzurri alle qualificazioni per l’Europeo, ma non avrebbe potuto concorrere alle borse di studio dell’Accademia delle Scienze. Leggendo il loro regolamento, si scopre che i partecipanti devono allegare alla domanda il proprio certificato di nascita (come previsto anche in altri bandi) e quello dei genitori. Documento anagrafico necessario per verificare l’origine che deve essere italiana se non si vuole rischiare l’esclusione d’ufficio.

Le scuse

Ieri sera l’Accademia delle Scienze ha pubblicato sul sito un primo comunicato di scuse per sfuggire al polverone. «Abbiamo ricevuto parecchi messaggi che in parte contengono giudizi affrettati sulla nostra istituzione sempre attenta ai problemi di giustizia sociale e politica» scrive l’Accademia che, per provarlo, ricorda di aver organizzato un convegno dedicato alle leggi razziali a novembre. Prima di aggiungere: «Ci rendiamo conto comunque di come il problema evidenziato sia rilevante. Sarà cura del Presidente sottoporlo in tempi molto brevi alla valutazione del Consiglio di Presidenza, unico organo che può deliberare in materia». Si annuncia una riflessione interna all’ente che, però, puntualizza alcuni particolari: «L’Accademia non ha mai avuto giuridicamente nessuna facoltà di modificare e di disattendere le indicazioni testamentarie contenute nel lascito della Signora Petrazzini», la signora che ha finanziato dal 2007 la nascita delle due borse di studio annuali in ricordo di Ernesto e Ben Omega Petrazzini (importante dirigente Fiat del Dopoguerra) e della professoressa Angiola Agostinelli Gili. «La scelta nel 2007 è stata fatta per senso di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni di studiosi — dicono dall’Accademia —. Ad ogni modo riesamineremo il caso, escludendo l’attuazione di ogni forma di discriminazione». E per allontanare le polemiche dall’Accademia che conta in Consiglio di presidenza (tra gli altri) il filosofo Massimo Mori, l’ex vicerettore del Politecnico Marco Mezzalama e il professore Gian Franco Gianotti.

Parigi: contributi regionali a rischio

«Secondo quanto stabilito da una legge regionale - la n.5/2016 - i soggetti pubblici e privati che ricevono contributi dalla Regione Piemonte sono tenuti a rispettare i principi di parità ed evitare ogni prassi discriminatoria: questo vale anche per l'Accademia delle Scienze, che l'Assessorato alla Cultura sostiene sia per le attività istituzionali che svolge sia per una serie di progetti che ha realizzato negli anni. Questa normativa, in questo momento, è incompatibile con le modalità definite dall'Accademia per l'accesso a due borse di studio legate a un lascito testamentario che indicano come queste siano riservate a cittadini italiani». Lo dichiara l'assessora regionale del Piemonte Antonella Parigi intervenendo sulla vicenda delle borse di studio dell'Accademia delle Scienze di Torino riservate ai cittadini italiani. «Questa scelta - ha spiegato - qualora non venisse modificata dall'ente, potrebbe portare alla necessaria adozione di provvedimenti da parte del nostro assessorato per quanto riguarda la possibilità di erogare contributi. Siamo a disposizione dell'Accademia, insieme ai competenti uffici regionali, a fare tutti gli approfondimenti necessari per riuscire a trovare una soluzione positiva: per questo invieremo una lettera al presidente dell'Accademia, non solo per ribadire l'importanza che per la Regione Piemonte ha il rispetto di valori fondamentali quali l'uguaglianza e la non discriminazione, ma anche per sollecitare un confronto ed evitare soluzioni più drastiche».

© RIPRODUZIONE RISERVATA