Dal Plateau Rosa al Piccolo Cervino: sulla funivia più alta d'Europa

diCesare Ferrari 

Prima corsa del Matterhorn Alpine Crossing che unirà il Plateau Rosa al Piccolo Cervino. Adesso si potrà andare da Cervinia a Zermatt anche senza gli sci per undici mesi all’anno

Le ciabatte in alta quota restano una pratica sconsigliata, sbagliata. Ma se c’è una certezza è che da questo weekend sarebbe davvero possibile uscire di casa, o magari dall’Hermitage e andare in ciabatte da Cervinia a Zermatt. Perché apre oggi il Matterhorn Alpine Crossing, nuovo collegamento dal Plateau Rosa (a 3458 metri di quota) al Piccolo Cervino (3821) che consente quindi di muoversi senza attrezzatura di sorta (che non sia un giubbino antipioggia, le previsioni meteo la annunciano, e del resto in montagna non si sa mai) tra le due località nate e sviluppatesi ai fianchi di una delle montagne più iconiche al mondo, il Cervino appunto.

Il nuovo impianto potrà trasportare fino a 1.300 persone all’ora grazie a 10 cabine (da massimo 28 posti) con corse di 4 minuti ciascuna regalando un’emozione straordinaria a tutti. Sia a chi non ha l’abitudine o la preparazione per salire a quote così importanti, dove l’aria è rarefatta e muovere un passo è comunque molto più impegnativo che sulla spiaggia di Bergeggi, sia per chi invece in questi decenni era abituato a utilizzare gli impianti per arrivare comunque al Plateu o al Piccolo Cervino ma poi scendeva dalla parte opposta con gli sci. 

Si può continuare a farlo, ma anche farsi una gita oltrepassando la frontiera senza sforzo ha un gusto speciale. E poi c’è l’aggiunta di utilizzare un mezzo che è il più alto – a quasi 4000 metri di quota – nella sua tipologia, di funivia trifune che compie una traversata alpina. La stazione a monte (Matterhorn Glacier Paradise - Piccolo Cervino - 3.821 metri) è stata realizzata secondo il concetto della forma del cristallo, per integrarsi a livello ottico nella parete rocciosa. Tutto il padiglione è stato realizzato in legno. La stazione a valle (Testa Grigia - Plateau Rosa - 3.458 metri) pure si integra nell’ambiente con una struttura in legno e un sistema di costruzione aperta che consentirà alla luce diurna di penetrare all’interno della stazione in tutti gli undici mesi di apertura dell’impianto, che di fatto prolunga la stagione e amplierà i numeri dei turisti in un’area che è già tra quelle leader in Europa.

L’impianto è di fatto una realizzazione svizzera, ma avrà un impatto importante sulla Valle d’Aosta e l’Italia. Valle che comunque vede ampliare ulteriormente un’offerta straordinaria per quel che riguarda gli impianti di risalita. Oltre a Cervinia, la regione offre una serie di gioielli tecnologici tra i quali SkyWay è forse ora la punta di diamante ma non l’unica occasione. L’impianto è l’ultimo nato nel comprensorio di Courmayeur, dove però ci si muove con grande disinvoltura verso sentieri, cammini e rifugi grazie a un sistema esteso e funzionale che collega tutte le valli del comprensorio del Monte Bianco, dove questo fine settimana ci sarà la grande apertura estiva per lanciare la stagione turistica.

Proprio ragionando di grandi e importanti collegamenti, quello tra Aosta e Pila è forse l’esempio migliore (e forse tra i più «vecchi» considerato che è stata aperta già nel 1957). Arrivare in auto nel capoluogo, parcheggiare e salire – in poco più di 15 minuti – ai 1800 metri della cittadina è un modo anche ecologico di far turismo, perché risparmia carburante ma anche spazi in quota dove il tema dell’invasione del turismo resta centrale. Pila in queste stagioni si è presa la palma di località preferita dai bike rider (che bel duello con La Thuile, altro luogo di impianti a fune fatti bene e preziosissimi), che salgono e poi si gettano in discesa oppure si spostano nel Bike Stadium che offre diverse varianti e gradi di difficoltà per un downhill che però mette al primo posto la sicurezza, di chi pedala e chi cammina sereno su altri sentieri.

Ma l’offerta valdostana non si ferma qui, si può salire (quasi) al rifugio Quintino Sella (a 3.585 metri di altitudine) sul Monte Rosa utilizzando gli impianti che sono stati realizzati attraverso la Valle di Gressoney o quella di Ayas fino al Colle Bettaforca (2.680 metri). Poi c’è da camminare, anche qui le infradito sono sconsigliate ma a differenza di altri luoghi è la natura stessa a punire chi non rispetta la montagna.

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1 luglio 2023 2023