«Ala deviata del Pd». Ha usato questo termine il procuratore generale del Piemonte Francesco Saluzzo per parlare dei rapporti fra almeno un paio di esponenti torinesi del partito e un boss della 'ndrangheta, Salvatore De Masi detto Giorgio. L’occasione è stata la requisitoria del processo d’appello bis dell’inchiesta Minotauro, terminato nei giorni scorsi con 7 condanne. De Masi, che secondo gli investigatori fu a capo della locale di Rivoli, sono stati inflitti 9 anni di reclusione. Nessuno degli appartenenti al Pd è mai stato imputato in Minotauro.
«In merito alle dichiarazioni del Procuratore Saluzzo sulla presunta esistenza di «un'ala deviata del Partito Democratico», desumibile, secondo il magistrato, dalle carte dell'inchiesta Minotauro, crediamo sia utile rifuggire ogni semplificazione». È quanto si legge in una nota del Pd torinese. «Lo stesso Procuratore - è scritto - ha chiarito di non riferirsi al Pd nel suo complesso, confermando che nessun esponente è stato interessato dal procedimento penale. Come Partito continueremo a tenere alta l'attenzione coltivando sempre più efficaci anticorpi contro possibili infiltrazioni criminali. La Legalità è uno dei principi guida della nostra azione e continueremo a ritenerlo tale».