31 luglio 2018 - 10:45

Olimpiadi, candidatura unitaria. Rabbia di Appendino: «Cambiano le carte all’ultimo»

Malagò: «Se non si trova l’accordo, si sceglierà una tra Torino, Milano e Cortina»

di Giulia Ricci

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Chiara Appendino
Chiara Appendino

Una candidatura unitaria e paritetica tra Cortina, Milano e Torino senza una città capofila. È quella proposta dal presidente del Coni Giovanni Malagò alle delegazioni delle tre città recatisi ieri al Foro Italico. E se il sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala apre a quest’ipotesi, mentre il governatore Veneto Luca Zaia è possibilista, la sindaca Chiara Appendino non cede. «Vogliamo una proposta scritta», è la richiesta avanzata da lei e dal governatore Sergio Chiamparino. Con una piccola differenza. Da una parte il presidente della Regione Piemonte sembra essere pronto a sedersi a un tavolo a discuterne, mosso anche dal volere dei sindaci delle valli olimpiche: «Al momento non abbiamo idee nero su bianco da valutare — ha affermato — e a cui aderire. Se ci saranno, sono pronto a pensarci». Dall’altra Appendino resiste. E di fronte a Malagò pare anche aver lamentato questo cambio di passo a due giorni dalla scelta definitiva, dopo un lavoro di mesi per candidare la propria città in solitaria. D’altronde, la chiusura a un trittico o tandem si trova anche nero su bianco nella delibera votata dal consiglio comunale torinese.

«La nostra è candidatura più sostenibile»

«Noi abbiamo illustrato il nostro dossier — ha specificato la sindaca al termine dell’incontro a Palazzo H – e ribadito come la nostra candidatura sia la più forte e la più sostenibile -Abbiamo seguito l’iter richiesto dal Coni in modo chiaro, adesso spetta a loro fare le valutazioni necessarie per rispettare i tempi del 1 agosto».

Lo spiraglio

È prevista infatti per domani, mercoledì, la scelta del Coni tra le tre città italiane. E i tempi sono stretti, perché a ottobre il Cio ufficializzerà le candidate a livello internazionale. Malagò ha parlato di una scelta che renderebbe l’Italia fortissima, ma che potrebbe anche unire le diverse preferenze del Governo giallo-verde. Una candidatura che vedrebbe la divisione delle varie discipline sportive tra le varie città, che però firmerebbero tutte tre l’Host city contract, il contratto che definisce gli obblighi per ospitare le Olimpiadi invernali. Nessuna città sarebbe quindi capofila. I dubbi, però, sono tanti: di chi sarebbe la governance? Quale sarebbe il nome promosso a livello internazionale? Come potrebbe essere sostenibile dal punto di vista logistico? Malagò stesso rimane sul vago: «Appendino ha dichiarato di non aver ricevuto proposte di collaborazione? — ha chiosato —. Non so cosa intende, ma ci sono dei punti indicati anche dal Governo sulla disponibilità a capire e valutare se c’è un’ipotesi di una candidatura allargata. Se c’è bene, altrimenti si va avanti come previsto: restano in piedi tutte le ipotesi». Insomma, il Coni ha buttato la palla, ma non esclude una scelta tra le tre. Ma i tempi cambieranno? «Presumo di no e penso di no». Sala non ha mai chiuso alla possibilità di un’unione: «Noi pensiamo che la nostra candidatura sia fortissima – ha annunciato — ma siamo convinti che potrebbe essere una soluzione anche quella unitaria. Milano capofila? Penso proprio di sì».

Mentre Zaia ha una sola richiesta: «Non abbiamo nulla in contrario, ma vogliano che vengano valorizzati i nostri punti di forza». A rischiar di far saltare il banco sembra essere ancora una volta Appendino. Oggi la commissione presieduta dal segretario generale del Coni, Carlo Mornati, presenterà le sue proposte. Domani, il giorno decisivo.

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