19 settembre 2018 - 18:21

Olimpiadi 2026, gli errori di Chiara

Appendino ha lanciato la candidatura del capoluogo piemontese puntando tutto sull’aiuto del governo amico che non si è manifestato. Non solo. Ha anche immaginato che senza Torino non ci sarebbe stata nessuna candidatura italiana. Non è andata così

di Roberto Tricarico

La sindaca di Torino Chiara Appendino La sindaca di Torino Chiara Appendino
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Il colpo che ha frantumato le ambizioni olimpiche della città è partito dalla canna del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Si è così realizzata la teoria di Sergio Leone: «quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, l’uomo con la pistola è un uomo morto». Soprattutto se è scarica. Come si è rivelata l’arma in dotazione alla sindaca di Torino.

Chiara Appendino ha lanciato la candidatura del capoluogo piemontese puntando tutto sull’aiuto del governo amico che non si è manifestato. Non solo. Ha anche immaginato che senza Torino non ci sarebbe stata nessuna candidatura italiana. Non è andata così. Giancarlo Giorgetti ha sì affossato il sogno a cinque cerchi dei torinesi, ma anche rinvigorito le chanches dei lombardo-veneti. In quel territorio il fucile è ancora carico e molte cartucce ha ancora da sparare. Milano e Cortina sono seriamente in corsa. Hanno già fatto sapere di voler provvedere da soli al reperimento delle risorse necessarie all’investimento. Se dovessero farcela potranno contare anche sui 900 milioni di euro che mette a disposizione il Cio. Non proprio un pugno di dollari si dirà. A Torino invece ci si lecca le ferite e ci s’interroga sugli errori compiuti.

La prima ingenuità della sindaca (è bene ripeterlo) è stata quella di fidarsi e di affidarsi totalmente all’amico Luigi Di Maio. Non è bastato nemmeno avere Beppe Grillo dalla propria parte. Chiara Appendino ha scelto di salvare la forma dei Cinque Stelle piuttosto che strutturare la sostanza della proposta a cinque cerchi. L’ ambiguità dei due forni del Movimento, quasi contrari localmente e favorevoli nazionalmente, ha indebolito la posizione della sindaca. Chiara Appendino non ha lavorato per un’intesa con le minoranze, non si è avvantaggiata del sostegno che le diverse categorie sociali e produttive della città le hanno fatto pervenire. Neanche l’alto gradimento che i torinesi hanno dichiarato in tutti i sondaggi, attestandosi oltre l’80 per cento è stato usato come argomento. Si è preferito giocare una partita interna al Movimento 5 Stelle e alla compagine governativa. Peccato che a perdere sia stata Torino.

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