25 settembre 2018 - 10:06

Torino, i 5 Stelle si spaccano anche sull’intitolazione a Lia Varesio

Polemiche in aula persino sul ruolo dell’«angelo dei barboni» e sull’intitolazione di Via della Casa Comunale. Contrari i consiglieri M5s Antonio Fornari e Andrea Russi

di Gabriele Guccione

Lia Varesio ristora un clochard insieme ad un volontario della sua associazione Lia Varesio ristora un clochard insieme ad un volontario della sua associazione
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TORINO - «Quanto urlava, Lia Varesio, pur nel suo fisico così minuto! Quanto ha urlato, abbandonando il suo lavoro retribuito alla Fiat, quando il sindaco Diego Novelli la chiamò per aprire il primo ufficio del Comune dedicato ai senzatetto!». Sono bastate poche e appassionate parole di Eleonora Artesio, consigliera comunale, come lo era anche allora — ma nelle liste del Pci — e dunque testimone diretta di quelle vicende, per rimettere al loro posto quegli esponenti del M5S saltati sulla sedia, ieri, lunedì, poco prima del via libera della Sala Rossa, nel sostenere la propria contrarietà all’intitolazione di via della Casa Comunale, la residenza fittizia destinata ai senza dimora, all’«Angelo dei barboni» di Torino.

«Così si dà troppo peso al volontarismo, quando invece quell’indirizzo virtuale — ha avuto da obiettare la pasionaria grillina Viviana Ferrero, tanto da arrivare a votare contro la proposta — richiama tutti noi a un’assunzione di responsabilità nei confronti di cui una casa non ce l’ha». La replica è arrivata da chi, Lia Varesio, l’ha conosciuta di persona e ne ha seguito l’azione sociale, a tal punto da sapere che la sua è stata tutto fuorché una presenza «silenziosa», incapace di sollecitare la politica: «Quella di Lia non è stata soltanto una disponibilità d’animo o un atteggiamento solidaristico — ha fatto notare la consigliera Artesio —, il suo è stato un urlo che ha cambiato il modo di affrontare i problemi delle fasce deboli di questa città». Questo per limitarsi a chi in aula, ieri pomeriggio, ne ha fatto una questione di merito, tralasciando le posizioni degli altri due pentastellati contrari, i consiglieri Antonio Fornari e Andrea Russi, preoccupati perlopiù dalla paternità della proposta, arrivata dai banchi del centrosinistra. Russi, in particolare, ha annunciato di essere sfavorevole all’intitolazione, firmata per primi dal consigliere dem Enzo Lavolta e dal capogruppo civico Francesco Tresso (raccogliendo una sollecitazione arrivata dalle pagine del Corriere Torino, nel decimo anniversario dalla scomparsa di Lia Varesio), perché «dal Pd non arriva mai nulla di concreto, ma solo annunci sui social».

Scontro tra fazioni anche sui santi sociali

Insomma: anche l’idea di omaggiare una delle figure di spicco del volontariato torinese, ascrivibile a buon diritto nella tradizione dei Santi sociali, è diventata terreno di scontro tra fazioni. Chi si aspettava un voto unanime, come è consuetudine in questi casi, è rimasto infatti a bocca asciutta. Via della Casa Comunale verrà intitolata alla fondatrice dell’associazione «Bartolomeo&C», morta a 63 anni nel 2008, separando la vecchia dicitura dalla nuova con un trattino; così da non complicare la vita ai senza dimora costringendoli a rinnovare la carta di identità. Tutto questo, però, con 3 voti contrari e 5 astensioni (Chiara Giacosa, Roberto Malanca, Federico Mensio, Francesco Sicari, Carlotta Tevere) nel Movimento 5 Stelle. Una maggioranza, quella della sindaca Chiara Appendino (ieri assente in Sala Rossa), capace di spaccarsi non solo sulla candidatura olimpica di Torino 2026, ma anche su una figura patrimonio comune dell’intera città. «C’è ancora — ha commentato con l’amaro in bocca un’esponente di primo piano del Movimento — chi non ha capito che la politica è fatta anche di simboli».

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