Torino

L'autopsia conferma il suicidio del boss detenuto al repartino delle Molinette

Era stato il pm Arnaldi di Balme a disporre l'accertamento dopo la denuncia per omicidio dei familiari

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L'autopsia sul corpo di Giacomo Cascalisci, detenuto nel carcere Lorusso e Cutugno perché accusato di essere a capo di un'organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di droga a Roma, avrebbe fornito elementi a favore dell'ipotesi che l'uomo si sia suicidato. Il boss della "Cosa nostra Tiburtina", arrestato a marzo, si è tolto la vita nel reparto detentivo dell'ospedale Molinette di Torino, dove era stato trasferito per alcune cure. L'uomo si sarebbe stretto al collo un lenzuolo legato al telaio del letto e avrebbe poi attivato il meccanismo per inclinare lo schienale, restando così soffocato. Ma il complicato sistema ingegnato per togliersi la vita, oltre ad alcuni elementi poco chiari, aveva indotto il pm Enrico Arnaldi di Balme, che aveva aperto un'inchiesta per omicidio dopo la denuncia dei familiari, ad affidare al medico legale Alessandro Marchesi la consulenza autoptica per accertare le cause del decesso.