Torino

La Lega torna al Monviso per la festa tradizionale, ma i big non ci saranno

Domani il rito al Pian della Regina, ma solo con il Carroccio piemontese

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La Lega perde il “nord” nel nome, eppure al rito del Monviso non rinuncia. Da parecchi anni ormai i militanti del Carroccio non salgono più alla sorgente del Po per raccogliere l’ampolla. Non si vedono sui monti corna da vichingo e non si celebrano battesimi e nozze con il rito celtico. Eppure — nonostante sia stato ridimensionato a festa locale — il raduno. che un tempo era al Pian del Re, ora a quello “ della Regina”, resta l’appuntamento fisso dei leghisti piemontesi. Anche se sono sempre meno le camicie verdi, abbandonate per il blu, declinato in felpa o t- shirt a seconda del clima, alla maniera del segretario federale Matteo Salvini. L’appuntamento è sabato alle 10,30 a Crissolo per l’intervento del segretario regionale Riccardo Molinari e dei parlamentari della Lega; la sera alle 20, a Paesana, c’è invece la festa dei Giovani Padani, con il tradizionale giuramento delle nuove leve sullo statuto del Carroccio.

È il primo “ Monviso” dopo il boom della Lega alle elezioni del 4 marzo e anche il primo da quando c’è il contratto di governo con il Movimento 5 stelle. « Per noi è una grande festa — spiega il segretario Riccardo Molinari — da ormai due anni andiamo al Pian della Regina dopo aver incassato vittorie, certo questa volta la soddisfazione è tanta per i risultati ottenuti » . Il 18 per cento alle elezioni di marzo, sondaggi interni che darebbero questo numero ulteriormente in crescita, che consolidano il fronte leghista, ma non sanano del tutto le frizionida parte della minoranza. Come quella che fa capo a Gianna Gancia, un tempo presidente del partito oggi sempre più spesso in rotta con i suoi vertici. Lady Calderoli non salirà al Monviso, « ma solo perché ho già un impegno» si affretta a dire, anche se ricorda tutte le cose che in questi mesi l’hanno allontanata dalla dirigenza salviniana. A partire dall’alleanza con i 5stelle «che è funzionale per le poltrone, ma non lo è per il bene del Paese» dice, passando per « il federalismo dimenticato» e quello che lei chiama « abbandono del nostro elettorato, le aziende a cui non diamo più risposte per inseguire Di Maio sul reddito di cittadinanza ». A parte i, pochi, dissidenti, il Monviso servirà alla Lega nostrana anche per contarsi. E per valutare, una volta di più, le prossime mosse in vista delle Regionali. Mantenere una scricchiolante alleanza con Forza Italia, e avere la quasi certezza di vincere, oppure correre da soli, per lanciare l’Opa definitiva sul centrodestra e polverizzare ciò che resta dei berluscones?