Torino

Offriva viaggi studio a giovani nigeriane, una trappola per costringerle a prostituirsi

Le indagini dei carabinieri, in manette una maman

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Vengono reclutare in Nigeria, nei villaggi più poveri dove non c’è nemmeno la speranza di un futuro. E l’uomo che si offriva di portarle in Italia a studiare offriva proprio questo: la speranza di un futuro diverso, di una vita felice, qui in Italia.  Questo “trafficante di esseri umani” ha portato nel Torinese oltre 100 ragazze  ma non per farle studiare. Le ha avviate tutte alla prostituzione.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura di Torino, erano iniziate a gennaio dopo la denuncia di una ragazza arrivata in Italia nel 2016. Aveva incontrato la sua “madame” dopo essere arrivata  al centro Fenoglio di Settimo. La donna l’aveva convinta ad abbandonare il centro di accoglienza per trasferirsi in un appartamento di settimo dove era cominciato l’incubo.
Il 20 agosto i carabinieri delle compagnie Mirafiori e Borgo Dora hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di una donna nigeriana di 33 anni, accusata di aver indotto alla prostituzione almeno due ragazze. Secondo gli investigatori è una delle organizzatrici di questi viaggi della speranza.
I carabinieri del comando provinciale di Torino li hanno ribattezzati “connection man”: sono la figura chiave della tratta di ragazze tra Italia e Nigeria: sono gli emissari delle organizzazioni criminali che si prendono in carico le ragazze fino all’arrivo in Italia. Danno loro i contatti da chiamare una volta arrivate a Torno: all’altro capo del telefono risponderà la “madam” che diventerà la loro carceriera.
Per fare questo viaggio molte delle ragazze le cui storie sono finite  nei fascicoli di indagine dei carabinieri, hanno contratto debiti per oltre 25mila euro, la tariffa per partire dall’Africa con una promessa di lavoro in Italia. Durante il viaggio  le ragazze erano costrette a compiere dei riti vodoo: se avessero rivelato il nome del loro connection man sarebbero morte o impazzite.