Torino

Salone del libro, l'ultimo inciampo: il Comune congela il ritorno tra i soci

L'assessora alla cultura Leon: prima il Circolo cambi statuto

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Il Comune di Torino per ora congela l’ingresso nella Fondazione del Circolo dei lettori. "Siamo in attesa di capire come evolverà la situazione del Circolo - diceva l’assessora alla cultura Francesca Leon ieri sera dopo la partecipazione del ministro Bonisoli alla festa dei Cinque Stelle a Settimo Torinese - Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma fino a che non sarà cambiato lo statuto non faremo nulla. Abbiamo fatto delle richieste precise sulle modifiche" . In primo luogo serve un nuovo consiglio che voti le modifiche, aggiunge "e poi capiremo che fare. Quando abbiamo fatto i passaggi per il nostro ingresso non c’era ancora queste notizie sulla possibile inchiesta, siamo in attesa di capire. Se entreremo nel Circolo speriamo di poter migliorare la gestione".
Al Movifest metropolitano del Movimento5Stelle ieri ha partecipato anche il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, che all’ora di pranzo ha incontrato la sindaca Chiara Appendino per un colloquio informale sul sistema culturale torinese e dopo ha visto il sovrintendente William Graziosi accompagnato dal pentastellato ed ex sindacalista del Teatro Regio Roberto Guenno. Altra questione che il ministero deve seguire con attenzione se vuole evitare che scoppi un nuovo bubbone e che i conti vadano in rosso.
Il futuro del Salone del Libro è senza dubbio il nodo principale da sciogliere e il rinvio sull’ingresso di Palazzo Civico potrebbe causare altri ritardi che si sommano a quelli causati dal passo indietro di Massimo Bray. Sul futuro il ministro è ottimista e conferma che l’impegno economico del suo dicastero non cambierà. Nessuna preoccupazione sul nuovo presidente, aggiunge: "Ho parlato con Bray e mi ha detto che si tratta di motivi personali. Sono convinto che sarà fatta la scelta migliore per trovare il profilo migliore" . Nessuna guerra con Milano, aggiunge il ministro: «Ci sono proposte alternative e sono contento che ci sia questa ricchezza ». Anche Francesca Leon non teme che gli ostacoli di questi giorni possano compromettere la manifestazione: "Abbiamo l’appoggio del ministero, andiamo avanti" . Ma certo la preoccupazione c’è. Gli editori presenti in Adei, la nuova associazione nata all’edizione dello scorso anno, chiedono un presidente «che sia alll’altezza di un profilo come quello di Massimo Bray» e il direttore Nicola Lagioia condivide il principio. Il direttore ha pubblicato un lungo post su Facebook in cui spiega che il senso di responsabilità, sua e di tutta la squadra, è stata la vera spinta a lavorare anche in assenza di garanzie ufficiali e contratti. L’addio di Bray allarma pure i fornitori-creditori della liquidazione che lanciano un appello alle fondazioni bancarie per fare asse sulla gare per riconquistare il marchio: "Sono mesi che stiamo lavorando e abbiamo messo a punto un business plan credibile per mettere in sicurezza la manifestazione dal punto di vista economico , utilizzando il know how che è in mano alle nostre aziende" . E poi la richiesta: "Incontriamoci, mettiamo a sistema le risorse possibili, costruiamo un’offerta che permetta al Salone di rimanere a Torino", aggiungono. L’analisi dei creditori è simile a quella espressa dall’ex direttore del Salone, Ernesto Ferrero: "È ormai evidente che gli enti pubblici non sono più in grado di gestire il Salone. Non possono farlo direttamente, e neppure possono farlo i loro enti strumentali".