Torino

Migranti abbandonati nei boschi dai francesi sopra Bardonecchia, si riaccende la polemica

L'accusa da parte italiana: un respingimento con modalità anomale

2 minuti di lettura
Migranti abbandonati nei boschi dai francesi. La denuncia, con una telefonata al  numero unico 112, è arrivata ieri sera da un gruppo di migranti che si trovava in qualche parte nei boschi sopra il colle della Scala, territorio di Bardonecchia.  “Le forze di polizia francese ci hanno trovato e poi ci hanno lasciato qui”, dice un po’ in italiano e un po’ in francese la voce che chiama il numero unico di emergenza.

Il sistema di geolocalizzazione del numero unico individua il cellulare da cui è stata fatta la chiamata nella zona del Pian del Colle, l’ultimo pezzo di terra di italiana prima del confine con la Francia. Se la localizzazione è stata precisa, quando il gruppo di migranti ha chiamato era già in Italia dopo essere stato fermato dalla “police” che pattuglia il confine d’Oltralpe. Se si è trattato di un respingimento da parte dei francesi, è stato fatto con modalità anomale: le autorità italiane non sono state avvisate.

Sono stati i migranti a chiedere aiuto temendo per la propria incolumità. L’operatore che ha risposto alla centrale del numero unico ha capito l’emergenza e ha girato la telefonata ai vigili del fuoco, poi la comunicazione è arrivata anche alla polizia di frontiera italiana e francese.
Sul fronte italiano le ricerche sono scattate immediatamente e hanno impegnato i vigili del fuoco e il soccorso alpino della guardia di finanza di Bardonecchia. Sul lato francese, invece, le ricerche dei dispersi non sono cominciate fino a quando sul lato italiano non è arrivata la conferma dell’esito negativo del lavoro delle squadre di terra nei boschi. Dalla Francia non è ancora arrivata nessuna notizia sul fatto che il gruppo sia stato ritrovato e portato in salvo.

Dell’episodio è stata informata anche la questura di Torino dove solo la scorsa settimana il questore Francesco Messina ha incontrato il prefetto Massimo Bontempi direttore centrale dell’immigrazione e della polizia di frontiera che lunedì scorso aveva poi voluto essere accompagnato a Claviere per fare un sopralluogo nel punto in cui in questi mesi si sono registrati diversi episodi di sconfinamento delle pattuglie di polizia francese impegnati nelle operazioni di rimpatrio. A Claviere è attesa anche la visita del ministro Matteo Salvini che ha in programma di incontrare al più presto il suo collega francese Christophe Castaner.
Ma c'è un altro episodio che rischia di innescare altre polemiche. Un rimpatrio forzato, questa volta
usando un treno italiano. Un uomo, forse del Mali, fatto salire dalla gendarmeria su un treno diretto a Torino alla stazione di Modane. A impedire il rimpatrio forzato i ferrovieri, che hanno avvisato la centrale della polizia ferroviaria e, all'arrivo del treno alla stazione di Bardonecchia, in Alta Val Susa, fanno scendere l'extracomunitario affidandolo alla polizia.Gli investigatori sono ora al lavoro per identificare il migrante e verificare se abbia raggiunto Modane attraverso i sentieri di montagna. Oppure, come contestato dagli agenti francesi, abbia raggiunto la località nello stesso modo in cui è stato costretto a tornare in Italia.