Torino

No Tav, a Torino 50mila in piazza Castello con centri sociali, assessori 5 Stelle e "gilet gialli"

(agf)
Perino, leader del movimento: "Siamo in centomila, ora il M5s blocchi l'opera come promesso". Il vicesindaco Montanari con fascia tricolore contestato dagli anarchici: "Siete complici di Salvini". Chiamparino: "A Roma e qui due manifestazioni di una parte del governo contro l'altra". Appendino: "La Tav è il passato"
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E' arrivato in piazza Castello, a Torino, il corteo indetto dal movimento No Tav contro la ferrovia ad alta velocità Torino-Lione. Sono 50mila i manifestanti che hanno sfilato da Porta Susa verso il cuore della città. In testa, dietro lo striscione "C'eravamo, ci siamo, ci saremo! Ora e sempre No Tav"  i sindaci dei Comuni valsusini, il vicesindaco di Torino Guido Montanari e i gonfaloni di molte amministrazioni. il corteo è giunto sotto il palco di piazza Castello dove è inevitabile il confronto con la piazza del 10 novembre scorso, quando fu la Torino Sì Tav a ritrovarsi con 40mila persone per protestare contro la sindaca Chiara Appendino e la sua maggioranza.

"Siamo in centomila, allegri, colorati e convinti. Chiediamo che tutto questo abbia fine, lo chiediamo con forza al M5S perché l'avevano scritto nel loro programma". È l'appello lanciato dal palco della manifestazione No Tav di Torino da Alberto Perino, leader storico del Movimento che si oppone alla Torino-Lione. In realtà in serata la Questura ha fortemente ridimensionato queste cifre, stimando il numero dei partecipanti in 20mila. "Ci rendiamo conto - ha detto Perino - che non sono soli al governo ma gli chiediamo di resistere e portare a casa quello che hanno promesso. Non accettiamo nessun tunnel. La Tav Torino-Lione non è mediabile, si può solo non fare o ci troverete tutti davanti alle vostre ruspe, basta voler far circolare le merci e far crepare i migranti in montagna e in mare -  aggiunge Perino - Non accettiamo più di essere considerati dei sudditi, siamo dei cittadini pensanti che hanno delle pretese e pretendono di essere ascoltati. Sappiamo perché siamo qui, perché siamo No Tav, ci interessa fermare questo spreco assurdo e idiota che non possiamo permetterci. Hanno voluto fare l'analisi costi benefici, bene, ma non ci basta, e se è fatta in modo serio non potrà che dare un solo risultato: l'opera economicamente è insostenibile, inutile e devastante per l'ambiente. È ora di fermare questo spreco".


Numerose le bandiere con il logo "No Tav", dei sindacati di base, dei partiti di estrema sinistra Rifondazione comunista, Potere al Popolo, Sinistra anticapitalista. In piazza anche esponenti dei centri sociali antagonisti torinesi. Un migliaio di persone da altre regioni italiane. "Oggi è la giornata dell'orgoglio no Tav, di un grande popolo che non si è mai fatto intimidire", dice uno speaker.

"Essere qui significa rappresentare una città e una maggioranza che ha votato un programma. La sindaca Appendino la pensa come me e io qui la rappresento".
Così il vicesindaco Montanari, dietro lo striscione "Amministratori No Tav", con la fascia tricolore assieme a consiglieri comunali e di Circoscrizione. Proprio Montanari, all'inizio del corteo, è stato contestato da un gruppetto di giovani anarchici: "Questa non è lotta, la lotta l'abbiamo fatta tutti i giorni al cantiere, fate schifo", gli ha urlato un ragazzo, che lo ha accusato di essere "complice di Salvini". Con Montanari sfilano anche i sindaci 5 Stelle di Venaria Reale, Pinerolo e San Mauro, in provincia di Torino, e di Molare, nell'Alessandrino.

E la sindaca di Torino Chiara Appendino, evocata dal suo vice Montanari, si è palesata alle cinque e mezza del pomeriggio: "Oggi - ha detto - a Torino è tornata in piazza una comunità che da trent’anni si batte contro il Tav, una grande opera che rappresenta un modello di sviluppo del passato a fronte di un mondo che sta cambiando molto velocemente con prospettive inedite. A manifestare c’erano giovani, donne, professionisti, cittadini, dalla Val Susa e non. Persone che vogliono ribadire che un futuro disegnato su un modello di sviluppo alternativo, sostenibile e collettivo è possibile. E che non può essere rappresentato dalla linea Torino-Lione. Si tratta di una prospettiva che condivido pienamente, motivo per cui non ho mai esitato a ribadire la mia contrarietà all’opera e la vicinanza a chi condivide queste istanze. Le analisi tecniche - costi-benefici e giuridica - promosse dal governo orienteranno la scelta politica sul destino di questa vicenda. A livello locale continueremo a lavorare affinché prendano vita progetti ad ampi orizzonti che guardino al benessere delle prossime generazioni".

Alla manifestazione partecipa anche un gruppetto di una quindicina di "gilet jaune" dalla valle francese della Maurienne. "Questo progetto - dice Jeanluc di Montricher Albanne - è uno spreco di soldi che potrebbero essere spesi diversamente. E  la vecchia Torino-Lione potrebbe benissimo essere adattata se solo si volessero investire delle risorse. Intanto a Villarodin, dove si stanno scavando i 9 chilometri dell'ultima galleria preparatoria, gli abitanti non hanno più l'acqua".

In corteo anche un sindaco francese con la fascia tricolore, Gilles Margueron, a capo del comune francese di Villarodin Bourget: "Siamo qui per dimostrare  - dice - che anche in Francia e non solo in Italia si protesta contro il Tav. In Francia poche persone sanno quello che può succedere, non c'è informazione. Per ora ci sono solo i soldi dell'Europa per le discenderie, non per l'opera. Un'opera inutile: quei soldi potrebbero essere spesi per cose più utili".

Concetto ribadito anche dal vicesindaco di Napoli, Enrico Panini, arrivato fino a Torino per sfilare con la fascia tricolore: "Siamo qui perché condividiamo le preoccupazioni e le posizioni dei sindaci della valle e dei cittadini: è un'opera devastante e inutile che favorirà solo corruzione e malavita organizzata. Non c'è bisogno di grandi opere - conclude - ma che quelle che ci sono vengano messe in sicurezza, che scuole e ospedali funzionino e che il trasporto regionale possa essere degno di questo nome".

"Oltre 70mila persone per le strade e le piazze di Torino per chiedere un mondo diverso e un modo diverso di investire le poche risorse pubbliche di questo Paese". Così il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e il segretario regionale di SI, Marco Grimaldi, a margine del corteo No Tav per le vie del capoluogo piemontese. "Ma quale decrescita infelice? - proseguono gli esponenti della sinistra - Basta vedere i volti delle migliaia di ragazzi e ragazze presenti nelle strade di Torino, e fermarsi ad ascoltare le loro parole. C'è più voglia di futuro in un chilometro quadrato di questa manifestazione - concludono - che in tutto il tunnel di base".

Anche i vigili del fuoco alla manifestazione: "Siamo qui in divisa contro la distruzione del territorio e per la salvaguardia e la cura dell'ambiente, contro la militarizzazione delle valli. Soldi buttati al vento, per tutelare interessi di pochi imprenditori e delle mafie locali". Così Giovanni Maccarino, di Alessandria, membro del consiglio nazionale Usb dei vigili del fuoco, e Riccardo Zaccaria, del Coordinamento provinciale Usb Torino dei vigili del fuoco, in divisa al corteo No Tav oggi a Torino. "Siamo qui in duplice veste - aggiungono - come pompieri e come cittadini, perché condividiamo le ragioni della protesta: la Tav è un'opera inutile e dannosa per il territorio".

È ricomparsa intanto questa mattina, sulle pendici del monte Musinè, all'imbocco della Valle di Susa, la scritta "Tav=mafia" che, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre, qualcuno, probabilmente riconducibile al movimento 'Sì Tav', aveva parzialmente rimosso. Lo slogan, visibile a chilometri di distanza da chi attraversa la bassa valle, era stato realizzato con grandi teli bianchi. "Era già capitato in passato che qualcuno la rimuovesse - avevano commentato, negli scorsi giorni, alcuni attivisti No Tav - Questa volta si tratta evidentemente di una provocazione in vista del corteo dell'8 dicembre".