Torino

Le imprese da Salvini: pressing su infrastrutture e crescita. Boccia: "Governo sa del rischio recessione, ora i fatti"

Sulla Tav: "Non allungate i tempi, l'opera serve al Nord". E domani in Città metropolitana si discute un documento pro Torino-Lione per mettere Appendino in minoranza

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Il mese nel segno della Tav, cominciato sabato 10 novembre, con la marcia dei 40 mila Sì Tav organizzata da sette "madamine" si è chiuso idealmente oggi con i rappresentanti di dodici categorie imprenditoriali, convocati al Viminale da Salvini e Giorgetti. Un incontro che arriva il giorno dopo la marcia dei 50mila No Tav, arrivati a Torino da tutta Italia. In realtà l'incontro con il tandem leghista non si è limitato al tema delle infrastrutture - e della Torino-Lione in particolare, al centro del meeting di lunedi scorso alle Ogr che ha richiamato sotto la Mole oltre duemila imprenditori da tutta Italia - ma ha toccato anche la burocrazia, il balzello sull'acquisto di auto inquinanti, l'uso del reddito di cittadinanza come anticipo per realizzare start up. E ancora: l'utilizzo del confronto dell'Ue per ottenere spazi di bilancio finalizzati a promuovere la crescita.

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia ha posto tra l'altro il tema del balzello sull'acquisto delle auto, gli artigiani della burocrazia, le cooperative dell'utilizzo del reddito di cittadinanza per favorire la nascita di start up. Il primo a parlare è stato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia che ha ribadito irrinunciabilità delle infrastrutture, ha ripetuto che con Bruxelles ci si può confrontare se nella finanziaria il deficit in eccesso viene utilizzato per misure che favoriscano la crescita ed ha raccomandato di non penalizzare il settore auto, anche per i pesanti riflessi che avrebbe su tutta la filiera italiana.

"Abbiamo espresso le premure delle imprese a partire dal rallentamento dell'economia globale e sia Salvini che il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ne hanno preso atto - ha detto il presidente di Confindustria - se la crescita non dovesse esserci, il governo dovrebbe correggere la manovra in corso, e dunque sarebbe opportuno pensarci prima". Rispondendo a una domanda sul fatto che l'Italia rischi una recessione, Boccia ha spiegato che "è possibile, il governo penso ne sia consapevole, l'appello del ministro Salvini a una compattezza nel 2019 che non sarà un anno facile, e il fatto che il governo inizi ad ascoltare le ragioni dello sviluppo e della crescita, significa che c'è una consapevolezza del governo che noi leggiamo in chiave positiva. Il clima e il dialogo sono sicuramente andati bene, ora però aspettiamo i fatti".



Il tema delle infrastrutture è stato affrontato anche dagli artigiani, che hanno parlato della necessità di snellire la burocrazia. Dalle cooperative è arrivata la proposta di utilizzare il reddito di cittadinanza, liquidato in anticipo, come capitale per costituire start up e nuove imprese cooperative. Gli agricoltori - al tavolo è presente il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - hanno chiesto autorevolezza e decisione nel confronto con l'Ue, in particolare sul bilancio comunitario agricolo. Salvini, alla fine, ha riassunto così l'incontro: "Due ore positive con imprenditori e associaizoni di categoria, incontro concreto e proficuo. Inizia un percorso comune che parte dal lavoro, stop burocrazia, sviluppo infrastrutture, per rilancio dell'economia e del Paese".

Un sì neanche troppo velato alla Tav - confermato peraltro anche in tv da Lucia Annunziata : "Sono favorevole alla Tav. Poi c'è un contratto. Vediamo cosa dicono i tecnici. Mi dimostrino che conviene fermarla" ha detto Salvini - ma che non scioglierà l'incognita sui tempi di un'opera che le imprese ritengono essenziale per il Nord. Soprattutto dopo la marcia dei No Tav di ieri che hanno convinto gli esponenti grillini torinesi a insistere sui ministri M5S perché mantengano la parola sullo stop all'opera. Adesso l'attenzione di tutti si sposta sull'analisi costi e benefici promessa dal premier Conte entro la fine del mese. Anche se il ministro Toninelli ha gia precisato che il documento andrà poi ancora discusso. Insomma, il rischio che una decisione sulla Tav arrivi solo dopo il voto delle Europee non appare così campato in aria. Con l'ira delle imprese che vedono come fumo negli occhi questo dilatare dei tempi.
Domani comunque ci sarà un appendice alla Città metropolitana di Torino. All'ordine del giorno della conferenza dei 316 sindaci c'è infatti una proposta di mozione, presentata da centrosinistra e centrodestra. 'La Città metropolitana di Torino vuole il Tav" è il titolo del documento che impegna la sindaca, la pentastellata e No Tav Chiara Appendino, "a riconoscere i benefici dell'opera per l'intero territorio metropolitano". Quello delle opposizioni è dunque un tentativo di mettere in difficoltà la sindaca pentastellata, che nel Consiglio della Città metropolitana non può contare sulla maggioranza. Il documento, se approvato, chiede alla sindaca di "svolgere ogni azione finalizzata a sostenerne la realizzazione nei tempi previsti, a dialogare e collaborare con tutti gli attori sociali e produttivi che sostengono l'utilità dell'infrastruttura". Nelle conclusioni dell'atto i presentatori evidenziano che "di fatto la rinuncia all'infrastruttura causerebbe l'ovvio isolamento strutturale di Torino e del Piemonte da ogni piattaforma logistica e di transito. In altre parole ci avvieremmo ad una decrescita certa ma tutt'altro che felice".