Torino

Bergamo dà l'addio a Ifeany, l'immigrato che il Piemonte non ha voluto seppellire

I funerali a tre mesi dalla morte nel Vercellese: la salma bloccata all'obitorio da una disputa tra sindache

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A Bergamo raccontano che Ifeany Amaefula si era iscritto anche all'università. "Voleva studiare, costruirsi un futuro qui in Italia", dicono i suoi ex compagni di appartamento che non lo vedevano dal 2015, quando il ragazzo aveva lasciato Bergamo. Hanno saputo solo qualche giorno fa che era morto tra Olcenengo e San Germano Vercellese, buttandosi da un treno della linea Chivasso-Novara per paura di essere sorpreso senza biglietto da una pattuglia della polfer, il 25 ottobre.
Ieri nella chiesa del patronato di San Vincenzo, a Bergamo, c'erano anche loro a dare l'ultimo saluto a Ifeany. C'era tanta gente in chiesa per partecipare a quel funerale che in Piemonte gli era stato negato. Nessuno, infatti, si era voluto accollare le spese per il recupero della salma dall'obitorio dove Il giovane nigeriano di 33 anni è rimasto per quattro mesi, come dimenticato. La sua vicenda è diventata pubblica dopo la denuncia del consigliere regionale del Pd Gabriele Molinari ora denunciato dalla sindaca di San Germano Vercellese, Michela Rosetta,  che l'accusa di averla diffamata raccontando che lei non aveva voluto pagare la fattura delle pompe funebri. "Non spettava a me", dice la sindaca.
E lo stesso ha sostenuto la prima cittadina del paese vicino scatenando una battaglia burocratica a cui hanno messo fine il procuratore capo di Vercelli, la sindaca di Vercelli Maura Forte e il Comune di Bergamo che ha accettato di accollarsi le spese per il trasporto della salma e la sepoltura."Molti si sono offerti di collaborare e ci hanno lasciato delle offerte che non serviranno per le spese ma saranno spedite alla famiglia del ragazzo", spiega l'assessore ai servizi cimiteriali del comune di Bergamo che ha seguito in prima persona la vicenda, Giacomo Angeloni. "Questa tragedia della disperazione mi ha fatto molto riflettere - dice l'assessore - penso ci sia un limite alla cattiveria ma in questa vicenda non l'ho visto".
Ifeany, infatti, in Nigeria ha ancora la sua famiglia. Sono stati avvisati soltanto dopo Natale della morte del ragazzo  che viveva in Italia ormai da 8 anni. "Si sono messi in contatto con noi e ci hanno detto che preferiscono che il corpo di Ifeany resti in Italia dove lui aveva cercato un futuro".
Dopo un attesa durata quattro mesi, il funerale di  Ifeany è stato celebrato ieri pomeriggio dal padre del patronato dei Vincenziani che lo aveva accolto e conosciuto anni prima. "Nessuno sa perché fosse andato in Piemonte -dicono gli amici -  probabilmente aveva trovato lavoro". Negli anni in cui era rimasto a Bergamo aveva anche scritto un libro sulla sua conversione al cristianesimo.