Da ieri Giorgio Molino, 76 anni è ai domiciliari nella sua casa di Cinaglio, nell'Astigiano, con l’accusa di istigazione alla corruzione. Lo hanno arrestato i carabinieri della stazione di Rivoli che da qualche mese indagano su di lui. L’uomo che possiede decine di appartamenti in tutta Torino e che da alcuni è stato soprannominato il ras delle soffitte, è accusato di aver cercato di corrompere un dirigente dell’ufficio comunale di Rivoli per sveltire una pratica per una ristrutturazione. Ha cercato di consegnargli 5mila euro in una busta negli uffici del Comune.
Molno, come titolare di un’associazione romana, aveva messo gli occhi sull’edificio del Gardenia Blu, un vecchio centro commerciale semidstrutto dal degrado e finito all’asta l’anno scorso. Per farne un nuovo centro commerciale servivano nuove autorizzazioni dalla Regione oppure un progetto approvato dal Comune. Molino affida tutto ai suoi collaboratori ma ha fretta di ottenere le autorizzazioni perché chi è pronto ad affittare i locali scalpita per iniziare i lavori. Così il 22 novembre scorso si presenta di persona nell’ufficio del tecnico comunale che si occupa dell’area del commercio e gli consegna una busta con dentro - spiega al dirigente- il progetto stampato. Il dirigente apre la busta dopo qualche giorno e trova effettivamente le carte del progetto ma anche una seconda busta con dentro cinquemila euro in contanti. Appena trova i soldi, il funzionario consegna tutto ai carabinieri e iniziano le indagini degli investigatori che hanno portato all’arresto su ordine di misura cautelare emessa dal giudice Alessandra Danieli.
Non è il primo guaio giudiziario per Molino, spesso finito assolto nei processi che lo hanno riguardato ma coinvolto in inchieste sulla prostituzione, sull’omissione di cautele in materia di infortuni sul lavoro e violenza privata.
Molno, come titolare di un’associazione romana, aveva messo gli occhi sull’edificio del Gardenia Blu, un vecchio centro commerciale semidstrutto dal degrado e finito all’asta l’anno scorso. Per farne un nuovo centro commerciale servivano nuove autorizzazioni dalla Regione oppure un progetto approvato dal Comune. Molino affida tutto ai suoi collaboratori ma ha fretta di ottenere le autorizzazioni perché chi è pronto ad affittare i locali scalpita per iniziare i lavori. Così il 22 novembre scorso si presenta di persona nell’ufficio del tecnico comunale che si occupa dell’area del commercio e gli consegna una busta con dentro - spiega al dirigente- il progetto stampato. Il dirigente apre la busta dopo qualche giorno e trova effettivamente le carte del progetto ma anche una seconda busta con dentro cinquemila euro in contanti. Appena trova i soldi, il funzionario consegna tutto ai carabinieri e iniziano le indagini degli investigatori che hanno portato all’arresto su ordine di misura cautelare emessa dal giudice Alessandra Danieli.
Non è il primo guaio giudiziario per Molino, spesso finito assolto nei processi che lo hanno riguardato ma coinvolto in inchieste sulla prostituzione, sull’omissione di cautele in materia di infortuni sul lavoro e violenza privata.