Torino

Ci sarà anche Casapound sulla scheda delle elezioni in Piemonte

Centrato l'obiettivo delle 10mila firme per i neofascisti, Forza Nuova non c'è ancora riuscita. Entro domani a mezzogiorno la presentazione delle liste

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Ci saranno anche i neofascisti di Casapound, con la loro tartaruga, sulla scheda verde per il voto del presidente della Regione il 26 maggio. Da settimane i partiti dell'estrema destra raccolgono le firme per presentarsi in regola all'appuntamento elettorale e sono pronti a consegnare le 10 mila sottoscrizioni necessarie, entro domani mattina alle 12, termine ultimo per consegnare le liste alla Corte d'Appello del Tribunale di Torino, avranno 51 candidati in corsa per uno scranno a Palazzo Lascaris. Obiettivo centrato per Casapound, più difficile per Forza Nuova a cui mancano ancora parecchie sottoscrizioni. 

Un assedio da destra alla coalizione formata da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Udc e lista Si Tav di Mino Giachino e Gianluca Vignale. E al loro aspirante presidente Alberto Cirio. Già scoperta sul fronte dell'estremismo cattolico dopo il no all'alleanza con Il popolo della famiglia di Mario Adinolfi, che corre sola con il professor Valter Boero, ora la formazione di centrodestra deve guardarsi anche dal popolo dei neri, che rischia di rosicchiare elettorato a Fratelli d'Italia e soprattutto alla Lega di Matteo Salvini. Casapound si muove in particolare in quelle periferie torinesi già sedotte e tradite dal Movimento 5 stelle, dove il 4 marzo il Carroccio ha superato il 20 per cento. E che ora potrebbero guardare con poca passione un candidato langarolo come Alberto Cirio e abbracciare invece gli esponenti della destra più estrema. Dagli ex aennini e dal Movimento sociale arrivano poi alcuni esponenti del cartello delle Destre unite che cinque anni fa sosteneva l'allora esponente aspirante presidente forzista Gilberto Pichetto. E che ora correrà invece con i neofascisti di Casapound. Dall'alleanza nasce infatti il nome del candidato presidente Massimiliano Panero, giornalista e comunicatore, fondatore e segretario nazionale delle Destre Unite. 

"Abbiamo le firme per sei province su otto, compresa Torino, dobbiamo ancora chiudere ad Asti e Verbania, ma siamo vicini al risultato e contiamo di presentarci in tutti i collegi", spiega Marco Racca, responsabile piemontese del partito di Simone Di Stefano. In corsa con lui anche Giuseppe Lauria consigliere comunale a Cuneo, eletto con una lista civica, poi passato a Casapound e ora in corsa pure alle Europee. E' la prima volta che il partito della tartaruga si presenta alle Regionali piemontesi. Dal 2016 Casapound insegue una rappresentanza nelle istituzioni locali: alle comunali di Torino vinte da Chiara Appendino i neri avevano ottenuto meno dello 0,6 per cento, diventato 1,04 lo scorso anno alle Politiche, oltre il dato nazionale. "Il nostro obiettivo è eleggere un consigliere e arrivare al 3,5 per cento" spiega Racca. Nessun contatto, finora che con Cirio. "Se ci vogliono parlare però siamo a disposizione" fa sapere al candidato presidente. Che ora dovrà comunque porsi il problema della concorrenza a destra di cui, dall'altra parte dell'arco politico, non soffrirà invece Sergio Chiamparino: a meno di sorprese da qui a sabato, il presidente uscente non ha avversari a sinistra in questa tornata elettorale.

Decisamente più in salita la corsa per Forza Nuova. Qui la raccolta delle firme è più indietro, e secondo il coordinatore regionale, Luigi Cortese sarà difficile centrare l'obiettivo di presentare le liste, già  mancato per le comunali di due anni fa. Anche per loro sarebbe pronto il nome del candidato presidente "un imprenditore novarese che indicheremo solo quando saremo sicuri di poter partecipare alla competizione elettorale". Eventuali alleanze? "Con il centrodestra ci sono stati contatti - ammette Cortese - ma ci sono state imposte condizioni inaccettabili, a partire dalla rinuncia al simbolo e abbiamo detto no".