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L'editore di Altaforte: "Esclusi perché abbiamo pubblicato il libro di Salvini"

Polacchi al Salone del Libro, che nel frattempo gli ha smontato lo stand: "Senza dubbio faremo causa. Già vendute 6mila copie, pronti a ristamparlo". Interviene Salvini: "Siamo al rogo dei libri"

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"Quello del Salone è un atto di censura e tutte le forze politiche e i liberi pensatori dovrebbero stigmatizzarlo. La censura degli organizzatori colpisce Altaforte e anche il ministro Salvini perché è per il libro intervista che siamo stati esclusi". Francesco Polacchi, editore di Altaforte e attivista di CasaPound si presenta al Lingotto nonostante il contratto sia stato stralciato ieri sera su richiesta di Città e Regione: "Mi impediscono di entrare ma il libro lo presenteremo comunque qui a Torino sabato. Senza dubbio faremo causa, ci stiamo confrontando con i legali per capire chi denunciare, valutiamo anche se coinvolgere Regione e Comune" annuncia Polacchi.

Sulle parole che gli sono costate una denuncia per apologia di fascismo non torna, ma dice: "Per me quel reato è anacronistico". Una frase che pronuncia fuori dall'Oval proprio mentre Halina Birenbaum tiene la sua lectio magistralis riparatrice in Sala Oro. Sul rapporto tra lui e Salvini Polacchi minimizza, ma gli lancia una stoccata: "L'ho incontrato 5 anni fa e capisco non si ricordi di me, ma mi aspettavo ci cercasse in questi giorni che siamo nel mirino - dice l'editore - Però è sempre sotto attacco della sinistra quindi capisco tenga una posizione defilata". 

"Abbiamo già venduto 6mila copie del libro e siamo pronti a ristamparlo " continua Francesco Polacchi commentando il secondo posto in classifica di "Io sono Matteo Salvini - Intervista allo specchio", di Chiara Giannini.

Polacchi per la presentazione di sabato ha invitato quelli che hanno preso posizione in sua difesa: "Feltri, Belpietro, Mughini e Sansonetti sono stati invitati e possono mandarci i loro messaggi - spiega - Però secondo me la censura non è scattata per le mie frasi ma per il libro intervista a Salvini, un libro che sta facendo il boom di vendite e che fa paura". 

Nella vicenda interviene a gamba tesa anche lo stesso Matteo Salvini durante un comizio a Pesaro: "Siamo nel 2019 alla censura dei libri in base alle idee, al rogo dei libri che non ha mai portato fortuna in passato". "La minoranza di sinistra - continua Salvini - che si arroga il diritto di decidere chi può fare musica, chi può fare teatro, chi può pubblicare libri. Alle idee si risponde con altre idee, non con la censura. Alla faccia dei compagni e dei democratici, che decidono chi può andare al Salone del Libro e chi non ha diritto ad andarci".
 

Salone del Libro, l'editore Polacchi (Altaforte): ''Libro censurato per reato d'opinione, censurato anche Salvini''


Ieri su Facebook aveva scritto: "Sarò al Salone del Libro di Torino per ribadire che la logica di Altaforte non si piega al pensiero unico. Se avete a cuore la libertà d'espressione - aggiunge il fondatore della casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound, esclusa dalla kermesse culturale - vi aspetto. I libri non devono conoscere censura". Martedì Regione Piemonte e Comune di Torino hanno presentato un esposto contro Polacchi e la procura ha aperto una inchiesta per apologia di fascismo. Poi ieri Chiamparino e Appendino, dopo una lunga giornata di trattative, in qualità di soci fondatori del Salone del libro, hanno chiesto al braccio operativo del Salone di espellere la casa editrice vicina a Casapound. Ma ora si annuncia questo braccio di ferro. In realtà lo stand non esiste più. E' già stato smontato e tolto dal Lingotto. Polacchi ieri sera a mezzanotte, dopo che la vigilanza dell'ente fieristico aveva  invitato i collaboratori dell’editrice a lasciare il Lingotto, ha scritto una mail certificata in cui annuncia azioni legali contro il Salone. “Se non mi fanno entrare farò subito causa”.

Il caso/La lettera di Appendino e Chiamparino agli organizzatori del Salone

Due giorni fa era già stato deciso lo spostamento dello stand della casa editrice - in un primo tempo posizionata all'Oval, a due passi dalla Sala Oro, quella dove si tengono gli incontri principali del Salone - in una posizione più defilata, vicino allo stand del Ministero della Difesa, per "motivi di sicurezza", considerato le annunciate proteste e sit in davanti alla sede di Altaforte.

La notizia dell'esclusione sta convincendo molti intellettuali e protagonisti della cultura a rivedere la decisione di non venire al Salone proprio per la presenza di Altaforte. Per esempio Carla Nespolo, presidente dell'Anpi: "Ho appreso con molto piacere la notizia dell'esclusione della casa editrice Altaforte dal Salone del Libro di Torino. Ha prevalso il doveroso rispetto della Costituzione e dell'antifascismo, bussole che non si devono perdere mai. Comunico, quindi, che domani sarò al Salone per partecipare alla presentazione del volume di Tina Anselmi 'La Gabriella in bicicletta', edito da Manni". E il direttore del Salone Nicola Lagioia, poco dopo l'annuncio dell'espulsione di Altaforte, aveva annunciato che ZeroCalcare e Carlo Ginzburg sarebbero tornati al Lingotto.

"Sono assolutamente d'accordo con le scelte fatte insieme dalla sindaca Chiara Appendino e dal presidente della Regione Sergio Chiamparino perché quando si fa politica si tratta anche di scegliere. Sono state dette delle cose gravi, di cui non si può far finta di nulla. E bisogna prendere delle posizioni". Lo ha detto il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli a margine dell'inaugurazione del Salone del Libro di Torino 2019. "Il Salone sarà la stella fissa dell'industria culturale. Anche quella che in passato non era convinta. Sarà la nave ammiraglia" .