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L’omofobometro fa litigare Lega e Fratelli d’Italia

Redazione

L’omofobometro fa litigare Lega e Fratelli d’Italia

Entrambi rivendicano il merito di aver indotto il ministro Bussetti a stoppare il test nelle scuole su sessualità e discriminazioni di genere
Ven, 07/12/2018 - 22:45

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Alleati in Umbria (all’opposizione) e nel governare alcune amministrazioni locali, tra cui quella di Perugia. Avversari a Roma, in Parlamento. Ma soprattutto, quello tra Lega e Fratelli d’Italia è sempre un derby politico, perché simili sono i tifosi di cui cercano di rubare i cuori, premendo sul primato degli italiani, la sicurezza e la difesa delle italiche usanze e della famiglia tradizionale.

E così, anziché gioire per essere riusciti a fermare l’omofobometro, il discusso test che doveva essere distribuito in 54 scuole umbre (terze medie e quarte superiori) nell’ambito di un progetto contro il bullismo sessuale e le discriminazioni di genere, Lega e Fratelli d’Italia finiscono per litigarsi i meriti dell’intervento del ministro dell’Istruzione, Bussetti, che intervenendo sull’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria ha bloccato il discusso test.

I parlamentari di FdI Zaffini e Priscono avevano sollecitato un’ispezione ministeriale all’Ufficio scolastico regionale. In contemporanea con l’intervento del ministro.

Ma la Lega non ci sta: “La segnalazione al nostro ministro Marco Bussetti con la richiesta urgente di bloccare i questionari progender è partita dalla Lega Umbria – rivendicano – in particolare dal senatore Simone Pillon che, insieme ai consiglieri regionali Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini, aveva fin da subito seguito la vicenda della controversa legge regionale sulla lotta alla discriminazione di genere e del Protocollo d’intesa ad esso collegata“. Tant’è che ad un intervento di Pillon sul ministro dell’Interno Matteo Salvini veniva da molti legata la scelta dei prefetti di non firmare il protocollo ed anzi di chiederne ragione alla Regione.


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Ecco perché gli esponenti umbri della Lega sono verdi, ma di rabbia, verso quelli di FdI: “Per la quarta volta in poche settimane Fratelli d’Italia si giova dei risultati conseguiti dal Governo cercando di appropriarsi di meriti non suoi: prima con il salvataggio dei finanziamenti dei progetti legati al ‘Bando Periferie’, ottenuto grazie ad una mozione presentata dai senatori Luca Briziarelli e Donatella Tesei, e alla quale i
parlamentari di Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno addirittura votato contro; poi per l’anticipazione degli investimenti sulla sicurezza, l’arrivo di rinforzi e la realizzazione di un presidio a Fontivegge fatta dal sottosegretario Stefano Candiani durante la visita effettuata in Umbria su richiesta dell’on. Virginio Caparvi. E ancora – proseguono – sulla necessità di interventi in favore della polizia penitenziaria per
gli istituiti umbri per la quale l’on.Riccardo Marchetti aveva richiesto la visita del sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone“.

I leghisti non la toccano decisamente piano, come si dice in gergo: “E’ proprio vero che il mondo si divide tra chi fa e chi tenta di prendersene il merito. Noi vogliamo continuare ad appartenere alla prima categoria, mentre, a giudicare dal tenore dei loro comunicati, gli esponenti di Fratelli d’Italia no. Siamo certi che i cittadini, come già fatto lo scorso marzo, sapranno distinguere tra chi fa annunci sui
social e comunicati ad effetto e chi preferisce quel lavoro costante e continuo sul territorio e a Roma che la Lega ha svolto e continuerà a svolgere“.

Che i successi nazionali (che per qualcuno hanno aperto le porte di Montecitorio) possano far incrinare l’alleanza di centrodestra a livello locale, alla vigilia di un appuntamento importante come quello per le elezioni comunali del prossimo maggio (in ballo c’è anche la riconferma di Perugia) e soprattutto in vista dell’assalto alla Regione, stavolta da favoriti, nel 2020? Sarebbe interessante scoprirlo. Ma per farlo, non proponete un test…


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