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Omicidio Willy Branchi, l’appello al Papa: “Quel prete sa chi lo uccise”

Dopo 30 anni, torna alla ribalta il caso di Willy Branchi, il ragazzino ucciso barbaramente il 30 settembre 1988. Willy, con importanti problemi mentali, viene trovato cadavere a Goro, nel Ferrarese, completamente nudo. Il ritrovamento del corpo è fatto da una donna, la quale vede nel terreno fitto di erba una sagoma nell’argine del Po. Quello di cui all’epoca si viene a conoscenza è che qualcuno lo ha ucciso con una pistola da macello, lasciandolo poi giacere lì. Nonostante siano passati 30 anni dall’accaduto, il caso è ancora avvolto nel mistero e non si è mai arrivati alla verità sul colpevole.

“Vorrei che le mie parole arrivassero al Papa. Vorrei che il Santo Padre sapesse che c’è un prete che sa chi uccise mio fratello Willy, ma non collabora con gli inquirenti. Sono 30 anni che cerchiamo la verità e a questo punto non mi resta che chiedere proprio alle massime autorità della Chiesa di intervenire affinché convincano quel parroco a dire quello che sa”. Sono le parole di Luca Branchi, il fratello di Willy, al settimanale Giallo

La trasmissione Le Iene sta portando avanti un’inchiesta sul caso. Il giornalista Antonino Monteleone si è recato più volte a Goro per cercare di fare luce sulla vicenda. Alla iena, alcuni abitanti del paese hanno rivelato dettagli scioccanti di quanto accadeva negli anni ’80/’90. Dopo il primo servizio e la richiesta della Procura di Ferrara di nuove analisi del Dna, Monteleone e Riccardo Spagnoli hanno seguito una nuova pista, un intreccio di omertà, bugie e indizi: quella delle orge e dei festini a sfondo sessuale

Don Tiziano, il parroco del paese, sarebbe uno dei tanti che non hanno mai collaborato all’inchiesta pur essendo a conoscenza dei fatti; tanto da essere indagato poi per false dichiarazioni. A Le Iene è stata mandata in onda una telefonata che lo stesso fece al giornalista Nicola Bianchi. In questa telefonata, il prete ha rivelato a Bianchi dettagli clamorosi sull’omicidio di Willy. Don Tiziano ha svelato il nome del presunto assassino e dichiarato, inoltre, che nei giorni successivi all’omicidio, l’uomo sarebbe finito in cura psichiatrica. Il parrco, però, ha poi negato tutto.

 “Questa situazione è una vergogna per l’intera Chiesa – dichiara Luca a GialloQuesto prete sta prendendo tutti in giro, ma non è l’unico. Ci sono tante altre persone che sanno ma stanno zitte. Per questo la mia ricerca della verità dà fastidio a tanti. Mi hanno anche minacciato, ma non ho paura: a Goro giro a testa alta! Non ho ucciso nessuno e non ho coperto nessun assassino”.

Le dichiarazioni a Le Iene

Lo show di approfondimento di Italia 1 ha raccolto varie testimonianze a Goro. Stando a quello che è emerso, il presunto assassino di Willy sarebbe un uomo sposato, con figli e una vita parallela di rapporti omosessuali. In questa vicenda intricata si aggiunge poi un altro uomo: Carlo Selvatico. Questi racconta a Monteleone di Enea, un minorenne con il quale nel 1988 aveva una relazione. Enea, raggiunto dalla iena, conferma la versione di Selvatico, raccontando del rapporto omosessuale tra i due.

L’uomo poi spiega: “Lui un giorno si è presentato con una catenina al collo con il mio nome. In tanti l’hanno notata e gliel’ho dovuta strappare”.  Enea afferma poi che la generazione degli uomini che a Goro avevano tra i 30 e i 50 anni negli anni Novanta erano entrati in un giro in cui lo sfruttamento della prostituzione omosessuale era all’ordine del giorno. Non è da escludere che in questo giro potesse esser finito lo stesso Willy. Enea abita vicino al presunto assassino indicato dal prete. Monteleone si è recato anche da uno dei figli del presunto omicida: l’uomo non ha voluto lasciare dichiarazioni.

 

 

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