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Primo Piano

Da Pamela a Bossetti: ecco tutti i casi di cronaca più seguiti del 2018

Dall’omicidio di Pamela Mastropietro alla morte di Desirée Mariottini; dalla scomparsa di Gessica Lattuca all’ergastolo in Cassazione a Massimo Bossetti. Anche il 2018 è stato carico di eventi e di fatti di cronaca: ecco quali sono stati i casi che hanno segnato l’anno appena trascorso.

Era il 30 gennaio quando la 18enne romana, Pamela Mastropietro, si allontana dalla comunità Pars di Corridonia dove stava lottando per combattere la dipendenza dalla droga. Di lei si perdono le tracce. Il corpo della giovane viene ritrovato fatto a pezzi in due valigie che vengono abbandonate nella zona industriale di Pollenza, in provincia di Macerata. Per la morte della ragazza finisce in carcere il nigeriano Innocent Oseghale, che al momento è imputato nel processo per omicidio e occultamento di cadavere.

Il 7 febbraio, la 19enne Jessica Valentina Faoro viene uccisa a coltellate nell’appartamento al secondo piano dello stabile di via Brioschi 93, a Milano. Per l’omicidio, il 14 dicembre viene condannato all’ergastolo Alessandro Garlaschi, che ospitava la giovane in casa sua in cambio di lavori domestici. Il tranviere è accusato di averla uccisa con 85 coltellate. Per gli inquirenti, il movente che ha spinto l’uomo ad un così atroce gesto è “un chiaro interesse sessuale“.

Dalla scomparsa di Gessica all’ergastolo a Bossetti

Il 12 agosto scompare da Favara la 27enne Gessica Lattuca. Della madre di quattro figli, non si hanno più notizie da quel maledetto giorno: nel mentre, mesi di ricerche, indagini ma anche depistaggi e sciacallaggi sulla vicenda. Diverse sono state le piste seguite dagli inquirenti: da quella del giro di prostituzione della zona in cui pare che la ragazza sia stata coinvolta dall’ex datore di lavoro Gaspare Volpe ad un presunto delitto di natura passionale a carico dell’ex compagno Filippo Russotto. Ad oggi, la scomparsa della giovane siciliana rimane un vero e proprio rompicapo.

Il 13 ottobre, la Corte di Cassazione condanna all’ergastolo Massimo Bossetti. Per la giustizia non ci sono dubbi: è stato lui, quella maledetta sera del 26 novembre 2010 ad uccidere Yara Gambirasio. La Cassazione ha rilevato la piena coincidenza tra il profilo genetico catalogato come “Ignoto 1“, rinvenuto sulle mutandine della ginnasta, e quelle del muratore di Mapello. L’evidenza scientifica, frutto di “numerose e varie analisi biologiche effettuate da diversi laboratori”, ha “valore di prova piena“. “La probabilità di individuare un altro soggetto con lo stesso profilo genotipico equivale a un soggetto ogni 3.700 miliardi di miliardi di miliardi di individui” scrivono i giudici.

La morte di Desirée e il caso Orlandi

Il 19 ottobre, Desirée Mariottini, 16enne di Cisterna di Latina, viene trovata morta in uno stabile abbandonato e occupato da spacciatori nel quartiere San Lorenzo a Roma. Secondo la procura di Roma, Desirée sarebbe stata vittima di uno stupro di gruppo e di un omicidio volontario, in quanto qualcuno le avrebbe dato talmente tanta droga da provocarne la morte. In seguito alla sua morte vengono fermate quattro persone, tutti africani, accusati a vario titolo di omicidio e stupro, e un pusher italiano 36enne.

Il 30 ottobre, un misterioso ritrovamento di ossa sotto un pavimento della Nunziatura Apostolica a Roma riaccende i riflettori sul caso di Emanuela Orlandi. Di quest’ultima, cittadina vaticana, all’epoca quindicenne, non si hanno più notizie da giugno del 1983. Ma la speranza di avere finalmente la verità su questa intricata storia, fatta di numerose piste investigative ma anche di diversi depistaggi, svanisce ben presto. Quei resti, infatti, non appartengono ad Emanuela, né tanto meno a Mirella Gregori, l’altra quindicenne scomparsa a Roma nello stesso anno. Appartengono ad un uomo e risalgono ai primi secoli dopo Cristo. Ci si chiede allora dove possa essere nata quest’associazione, dato che non è stata messa in circolo né dalle forze istituzionali e né dal Vaticano.

Scompare da Chiesa in Valmalenco il 7 dicembre e il suo cadavere viene ritrovato il 24 dicembre, ai margini delle piste da sci della ski-area Palù-Valmalenco. E’ Mattia Mingarelli, un trentenne agente di commercio residente ad Albavilla. La sua morte rimane, ad oggi, avvolta nel mistero e la Procura di Sondrio continua a tenere aperte tutte le ipotesi. L’autopsia sul corpo del giovane ha dato alcune risposte ma non ancora le certezze invocate dalla famiglia e cercate dalla magistratura. Si sa che Mingarelli è morto a causa di alcune fratture alla testa. E che queste fratture potrebbero essere compatibili con una caduta. Ascoltato come “persona informata sui fatti” è Giorgio Del Zoppo, titolare del Rifugio Barchi, ultimo luogo in cui Mingarelli è stato avvistato.

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