Milano, protesta in mutande per chiedere la chiusura del Cpr di via Corelli

Un gruppo di militanti dell'associazione radicale «Enzo Tortora» ha organizzato il sit-in domenica mattina  

LaPresse/AP / CorriereTv

(LaPresse) In mutande, al freddo, sdraiati sul marciapiede per chiedere la chiusura del Cpr, il Centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli a Milano. È questa la singolare protesta che un gruppo di militanti dell'associazione radicale «Enzo Tortora» ha inscenato domenica mattina davanti all'ingresso della struttura. «Stiamo replicando la protesta che i trattenuti nel Cpr di via Corelli hanno messo in atto qualche settimana fa per denunciare le condizioni di vita all'interno del centro e quindi questa per noi è una forma di unione, di solidarietà alla loro richiesta». Per oltre mezz'ora, i manifestanti sono rimasti stesi sull'asfalto, sfidando la temperatura rigida e tremando per il freddo. Accanto a loro alcune immagini che denunciano lo stato di degrado in cui vivono gli ospiti del centro: «Queste fotografie che abbiamo messo per terra sono state scattate dentro il Cpr e rappresentano lo stato di degrado in cui è ridotta la struttura. Rappresentano segni di violenze, rappresentano cibo malsano, rappresentano sporcizia perché questa è la realtà che si vede dentro quelle mura e che spesso viene nascosta sia dalla prefettura che dalle istituzioni competenti». Alla dimostrazione erano presenti anche i consiglieri comunali del capoluogo lombardo, Daniele Nahum del Partito Democratico e Tommaso Gorini di Europa Verde. «Questa è la realtà dei fatti contro la narrazione distorta che ne dà il governo Meloni, questa è la realtà: è una realtà di sofferenza e degrado che non è utile al nostro paese e per cui noi chiediamo la chiusura totale immediata e assoluta come unica soluzione a questo problema strutturale», hanno concluso i manifestanti.

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