Genova che osa: "Necessario non schedare i poveri, ma schedare la povertà"

"A chi propone di ‘schedare i poveri’ rispondiamo analizzando la cause della povertà e provando a proporre soluzioni nel lungo termine che siano alternative all’inutile accanimento contro gli ultimi portato avanti da questa amministrazione". Così Stefano Gaggero di Genova che Osa, a margine della presentazione, ai Giardini Luzzati, di uno studio sulla povertà e le disuguaglianze a Genova e in Liguria. Secondo i dati Eurostat, negli ultimi dieci anni, nella nostra regione il rischio povertà è cresciuto dal 21,3% al 23,9%, mentre la percentuale di persone che versano in condizioni di 'grave deprivazione materiale' è più che triplicata: dal 2,3% del 2007 al 7,9% del 2016. A fronte di questo aggravarsi di povertà e disuguaglianze, che si riscontra analogo nel resto d’Italia, dal 2007 al 2013 il fondo nazionale per le politiche sociali è passato da circa 2 miliardi di euro a poco più di 280 milioni. Un clamoroso taglio di quasi l’80%, passato quasi sotto silenzio e attuato in perfetta continuità dai tre governi che si sono succeduti in quel periodo (Prodi, Berlusconi e Monti). (videoservizio di Pietro Barabino)