"Caina", la trova-cadaveri degli immigrati spietata e senza redenzione

“Caina”, il film di Stefano Amatucci, prodotto dalla Movieland, giovane società di produzione cinematografica indipendente fondata nel 2015 da Salvatore Suarato e Filomena Palomba, racconta la storia di una donna che in passato era una killer su commissione, uccideva con freddezza e agiva con disprezzo, era specializzata nell’ammazzare gli extracomunitari, perché il suo è un animo xenofobo, violento e con un odio viscerale per tutto ciò che non appartiene alla sua lingua, alla sua razza e soprattutto alla sua religione: incarna i luoghi comuni e le paure di chi ha una rozza visone dell'Islam. Ora Lei passa le sue notti in spiaggia dove fa un mestiere particolare, la “trova-cadaveri”: il suo compito è quello di raccogliere tutti i corpi annegati degli extracomunitari che dall’Africa cercano di arrivare in Italia e che il mare riversa sulla riva. Lei sente i morti parlare, avere paura, lamentarsi, ne ascolta le sofferenze, le angosce , le delusioni. I cadaveri arenati vengono smaltiti sciogliendoli nel cemento in un centro di smaltimento statale. Lei guadagna 15 al lordo, su ogni annegato.