"Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano" cantava Antonello Venditti nel celebre brano "Amici mai". Frase sovente veritiera in casa Milan, vedasi i vari Donadoni, Gullit, Sheva, Kaka, i tanti allenatori ex giocatori rossoneri degli ultimi anni e lo stesso Leonardo, tornato alla casa base nonostante il "tradimento" del passaggio ai cugini nerazzurri. Ora in Via Aldo Rossi si sogna un altro grande ritorno, quello di un campione, forse l'ultimo vero campione dell'epoca berlusconiana, amatissimo e mai dimenticato dalla tifoseria rossonera, la cui cessione rappresenta ancora una ferita aperta nel cuore di molti milanisti. Stiamo parlando ovviamente di Zlatan Ibrahimovic. Da un paio di settimane si rincorrono le voci di un possibile ritorno dello svedese in rossonero. Il giocatore pare un po' pentito della scelta di andare a giocare in un campionato non esageratamente competitivo come la MLS e la ritrovata solidità societaria del Milan e la normalizzazione dei rapporti con Raiola pare gli abbiano fatto venire l'acquolina in bocca. Del resto lui, lo "Zingaro del Pallone" per antonomasia, pare che si sia sentito veramente  a casa solo in rossonero. L'operazione sembra fattibile anche sul piano economico e Leonardo e Maldini ci stanno seriamente pensando. Ma... ne varrebbe veramente la pena?

Vediamo ora di analizzare i pro ed i contro di un eventuale ritorno di IbracadabraIbra a livello tecnico non si discute, è un campione di livello assoluto, secondo solo a Messi e CR7. La sua grinta, la sua personalità e la sua mentalità vincente contribuirebbero a dare un imprinting importante in un gruppo giovane, fatto di giocatori che devono ancora dimostrare molto ed in cui il solo Gonzalo Higuain può definirsi appieno un profilo di caratura internazionale. Inoltre sarebbe l'ennesima prova di forza di una proprietà ambiziosa e a vocazione internazionale che mira a riportare il Milan dove merita di stare. Anche il marketing se ne gioverebbe visto che il marchio "Ibra" tira ancora tantissimo. Infine dal punto di vista simbolico sarebbe una sorta di chiusura del cerchio: con la sua cessione è iniziato il declino del Milan berlusconiano, ora con il suo ritorno inizia la rinascita del Milan americano.

Tuttavia il ritorno di King Zlatan presenta anche delle indubbie controindicazioni. Innanzitutto l'età, in quanto le primavere sono trentasette e in più vi è la questione del gravissimo infortunio al ginocchio subito due anni fa. Insomma, Ibra ha dimostrato di essere fuori categoria in MSL, ma in un campionato competitivo e fisico come la Serie A può essere ancora al top? Senza contare che non si tratterebbe certo di un profilo futuribile. Vi è poi la questione economica. Anche se non può pretendere più gli ingaggi stratosferici degli anni d'oro necessiterebbe comunque di uno stipendio importante con conseguente innalzamento del monte ingaggi. Infine vi è la questione della gestione del gruppo e degli spazi. La fortissima personalità di Ibra ha il rovescio della medaglia che sovente lo porta ad essere bizzoso e piuttosto "primadonna". Per cui se da un lato è vero che un gruppo giovane e con poca esperienza ha bisogno di leader è anche vero che la presenza di un giocatore così "vulcanico" potrebbe intaccare i delicati equilibri interni creati da Gattuso. Senza contare che è vero che lottiamo su tre fronti, ma abbiamo un certo Gonzalo Higuain che ha rinunciato alle lusinghe della Premier League per sposare il progetto del Milan a stelle e strisce ed esserne il leader tecnico, e che il canterano Patrick Cutrone si sta dimostrando partita dopo partita una certezza, senza dimenticare André Silva che sta letteralmente esplodendo in Spagna e che, a mio avviso, meriterebbe un'altra chance in rossonero. Per cui al di là delle parole di circostanza come sarebbe la convivenza fra i tre, e soprattutto uno fra Higuain e Ibra accetterebbe la panchina?

Cuore o ragione? Nostalgia per un grande ex sempre rimpianto o voglia di guardare avanti? I tifosi rossoneri e con essi Leonardo e Maldini si interrogano... a gennaio avremo la risposta.